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NOTIZIE CESE: INT/954 SOVVENZIONI ESTERE DISTORSIVE DEL MERCATO INTERNO

INT/954

SOVVENZIONI ESTERE DISTORSIVE DEL MERCATO INTERNO

 

Il 20 ottobre 2021 il Comitato Economico e Sociale Europeo, riunito in seduta plenaria, ha adottato il parere INT/954, di cui è relatore Maurizio Mensi, rappresentante CIU-Unionquadri.

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NOTA INFORMATIVA

Il regolamento relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno è uno strumento tecnicamente complesso e di grande rilievo, non solo dal punto di vista giuridico, ai fini della protezione del mercato e dell’ecosistema europeo, con l’obiettivo di assicurare una concorrenza leale e non falsata da sovvenzioni estere.

Colma una lacuna di un quadro normativo articolato in cui si intersecano competenze UE e nazionali.

Si aggiunge alle regole su:

  1. Controllo sulle concentrazioni
  2. Controllo sugli investimenti stranieri
  3. Aiuti di Stato
  4. Appalti pubblici.

Suoi obiettivi sono: trasparenza, concorrenza, un piano di gioco in cui tutti sono sullo stesso piano e rispettano le stesse regole.

Il CESE condivide la scelta tecnica della Commissione così come i suoi obiettivi.

Ritiene infatti essenziale che l’UE e i suoi mercati rimangano aperti e competitivi, e attribuisce a tale aspetto un’importanza fondamentale, alla base anche del suo modello di autonomia strategica che, nella sua accezione più corretta –  mio avviso – è quella dell’indipendenza tecnologica.

Tuttavia, proprio alla luce di tale elemento, il CESE ritiene che l’obiettivo di proteggere il mercato unico debba accompagnarsi a quello di disporre di uno strumento efficace che sia applicato in modo coerente in tutta l’UE, con i minori oneri possibili a carico delle imprese e dei vari attori del mercato.

Il regolamento è il risultato di un percorso articolato in varie tappe.

  1. LE TAPPE DEL PERCORSO

Il 17 giugno 2020 la Commissione ha adottato un Libro bianco sulle sovvenzioni estere per affrontare la questione, avviare un dibattito pubblico e proporre possibili soluzioni. Tale Libro bianco individua una lacuna legislativa nelle norme dell’UE concernenti gli aiuti di Stato in materia di concorrenza, commercio e appalti pubblici, che di fatto impedisce all’UE di intervenire quando le sovvenzioni di provenienza estera causano distorsioni nel mercato interno, favorendo determinate operazioni di concentrazione o determinati partecipanti alle gare d’appalto. Allo stato nessuno Stato membro ha in vigore una normativa volta ad affrontare i potenziali effetti distorsivi delle sovvenzioni estere.

  • La questione delle sovvenzioni estere non è nuova ed è stata ripetutamente evidenziata a livello di UE. Il Consiglio ha fatto riferimento al Libro bianco della Commissione nelle sue conclusioni dell’11 settembre 2020; nelle conclusioni dell’1-2 ottobre 2020, il Consiglio europeo ha chiesto “ulteriori strumenti per affrontare gli effetti distorsivi delle sovvenzioni estere nel mercato unico“.
  • Nella sua relazione del febbraio 2020 sulla politica di concorrenza, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di “indagare su strumenti di indagine appropriati nei casi in cui si ritiene che una società abbia tenuto un comportamento distorsivo a causa di sovvenzioni pubbliche o abbia realizzato profitti eccessivi sulla base di una posizione di mercato dominante nel suo paese di origine“. In una lettera congiunta ai vicepresidenti esecutivi della Commissione Vestager e Dombrovskis e al commissario Breton, un gruppo di 41 membri del Parlamento europeo ha espresso un forte sostegno a uno strumento per contrastare “le imprese di paesi terzi che hanno ricevuto un sostanziale sostegno statale“.
  1. DI COSA SI TRATTA

Come annunciato nel programma di lavoro della Commissione per il 2020-2021, la proposta di regolamento in esame disciplina in dettaglio un nuovo strumento operativo (un sistema di notificazione ex ante dei casi di maggiore entità e potenzialmente più distorsivi, insieme ad una procedura da avviare ex officio) per garantire condizioni di parità nel mercato interno evitando condizioni di concorrenza disomogenee.

In sintesi, la legislazione proposta ha come obiettivo quello di investigare e, se del caso, disincentivare o impedire operazioni di concentrazione, appalti pubblici e comportamenti sul mercato da parte di imprese sovvenzionate dall’estero che possono distorcere il mercato interno dell’Unione europea.

Emerge dalla proposta che il problema non sono gli investimenti esteri, ma le sovvenzioni che agevolano l’acquisizione di imprese UE, influiscono sulle decisioni di investimento, provocano distorsioni negli scambi di beni e servizi, condizionando il comportamento dei beneficiari e pregiudicando la concorrenza. A differenza delle sovvenzioni, per le quali la Commissione si riserva un potere di intervento in via esclusiva, in caso di investimenti esteri la competenza spetta invece agli Stati membri, che hanno comunque sempre la possibilità di controllare gli investimenti esteri per motivi di sicurezza o di ordine pubblico.

3.      SINTESI DEL PARERE CESE

Ai sensi della proposta, l’ampia definizione di sovvenzione estera è suscettibile di riguardare molte forme di sovvenzioni da parte di uno Stato estero, comprese quelle fiscali.

1.        Di qui l’opportunità che la Commissione indichi a quali indagini intenda dare priorità stabilendo, se del caso, criteri atti a disciplinare la trattazione delle varie pratiche, per esigenze di trasparenza e semplificazione.

2.         La proposta affida alla Commissione il controllo degli investimenti in UE da parte di entità sovvenzionate dall’estero. Al riguardo il CESE ritiene opportuno che la Commissione chiarisca con precisione, se del caso tramite apposite linee guida, l’ambito di applicazione del regolamento, così da garantirne un’applicazione omogenea a livello UE e riducendo al minimo il rischio di interpretazioni divergenti con gli Stati membri a cui compete invece il controllo degli investimenti esteri.

A tal fine si propone altresì la istituzione di uno sportello informativo per le imprese sulla normativa sui sussidi esteri, gli adempimenti e gli obblighi di notifica da essa derivanti.

3.          La Commissione, ai fini dell’avvio del procedimento, effettua una valutazione della sovvenzione estera soppesandone gli effetti negativi e positivi sullo sviluppo dell’attività economica in questione. Il CESE ritiene importante che la Commissione fornisca ulteriori indicazioni su come tale valutazione viene operata in concreto, quali potrebbero essere gli effetti positivi o quando il bilanciamento sia giustificabile.

4.         Con riferimento all’attuale regime di controllo delle concentrazioni, il CESE ritiene opportuno che la Commissione chiarisca il suo rapporto con il nuovo regime previsto, onde evitare tempi e risultati disallineati fra loro, con la conseguenza di oneri considerevoli a carico delle imprese.

5.         Ai fini dell’avvio del procedimento da parte della Commissione occorre che il totale delle sovvenzioni estere superi la soglia di 5 milioni di euro per tre anni fiscali consecutivi. Il CESE ritiene che tale soglia sia piuttosto bassa in termini assoluti e reputa opportuno suggerire alla Commissione di aumentarla, così da evitare i casi di minore entità e rilievo, anche a beneficio delle piccole e medie imprese.

6.        Nel settore degli appalti pubblici, il rischio di indagini d’ufficio e di un’ampia revisione delle gare d’appalto pubbliche è potenzialmente fonte di rischi e oneri per le aziende che operano e investono nell’UE. Di qui la necessità che la Commissione semplifichi e chiarisca al massimo il regime applicabile così da agevolare l’applicazione delle nuove regole, soprattutto allorché le stesse concorrono con le previsioni normative già vigenti, alleviando gli oneri amministrativi per le imprese UE.

Ripresa Green, Digitale e Sociale: Come i Piani di Ripresa e Resilienza contribuiscono a una economia di benessere per le persone e il pianeta

Invito

Evento online – CESE

22/10/2021 | 9:30 – 13:00
Recupero verde, digitale e sociale: in che modo i piani di rilancio supportano un’economia del benessere per le persone e il pianeta?
Il 22 ottobre 2021 il CESE terrà un evento online su ”Ripresa verde, digitale e sociale – Come i piani di ripresa stanno sostenendo un’economia del benessere per le persone e il pianeta?”.

L’Europa sta affrontando molte sfide a causa della pandemia di COVID-19. La gestione e la ripresa della crisi sono al centro delle attività delle Istituzioni europee e degli Stati membri nel 2021.
I tre Osservatori del Comitato economico e sociale europeo hanno seguito i negoziati sul nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-27 e la Next Generation UNIONE EUROPEA. È fondamentale garantire che i finanziamenti per la ripresa siano sostenibili oltre che inclusivi e che comportino un “rimbalzo in avanti” per il progresso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e la promozione di obiettivi relativi al benessere, piuttosto che un ritorno alle normali attività .

Lo scopo principale di questo evento è presentare e discutere il coinvolgimento della società civile nell’attuazione dei piani di risanamento, attraverso esempi concreti. L’evento si concentrerà su tre settori economici in transizione per analizzare le opportunità e le sfide per passare a un’economia del benessere, in linea con l’Agenda SDG. I tre panel su energia, industria automobilistica e digitalizzazione avranno una presentazione regionale dei principali driver, potenziali e sfide sottostanti e si baseranno su una concreta esperienza nazionale. Ogni pannello darà tempo per i contributi dei partecipanti.

Il programma è disponibile  qui .
 
Questo evento contribuisce al processo della Conferenza sul futuro dell’Europa.
 

Si prega di registrarsi tramite questo modulo di registrazione . Le iscrizioni sono possibili fino a martedì 20 ottobre, ore 12.00. Un link sarà condiviso con le persone registrate prima dell’evento. 

Invito

Conferenza online   CESE

22/10/2021 | 9:30 – 13:00
Una ripresa green, digitale e sociale – In che modo i pacchetti di stimolo contribuiscono a un’economia del benessere per le persone e per il pianeta?
Il 22 ottobre 2021 il CESE organizzerà una conferenza online dal titolo Una ripresa verde, digitale e sociale – Come i piani di ripresa contribuiscono a un’economia del benessere per le persone e il pianeta?.
 

L’Europa deve affrontare molte sfide a causa della pandemia di COVID-19. La gestione della crisi e la ripresa sono al centro delle attività delle istituzioni europee e degli Stati membri nel 2021.

I tre osservatori del Comitato economico e sociale europeo hanno seguito i negoziati relativi al nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-27 e a NextGenerationEU. È essenziale garantire che il finanziamento degli incentivi sia sostenibile e inclusivo e comporti una “spinta” per progredire verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e per promuovere obiettivi relativi al benessere piuttosto che alla povertà. status quo.

L’obiettivo principale di questo evento è presentare e discutere la partecipazione della società civile nell’attuazione dei piani di risanamento, utilizzando esempi concreti. La conferenza si concentrerà su tre settori economici in transizione al fine di analizzare le opportunità e le sfide legate alla transizione verso un’economia del benessere, in linea con l’agenda dello sviluppo sostenibile. Le tre tavole rotonde su energia, industria automobilistica e digitalizzazione saranno oggetto di una presentazione dei principali driver, potenzialità e sfide di fondo a livello regionale e attingeranno all’esperienza nazionale concreta. Ogni tavola rotonda sarà chiusa da un dibattito con i partecipanti.

Il programma è disponibile qui .
 
Questo evento contribuisce al processo della Conferenza sul futuro dell’Europa.
 
Puoi registrarti attraverso questo modulo di registrazione . Le iscrizioni sono possibili fino a martedì 20 ottobre alle ore 12:00. Verrà condiviso un link con gli iscritti prima dell’evento.

Comitato economico e sociale europeo / Comitato economico e sociale europeo
Rue Belliard 99, 1040 Bruxelles

Green pass e ritorno in ufficio, le Faq per la Pubblica amministrazione.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ECCO LE PRIME FAQ SUL GREEN PASS E SUL RIENTRO IN UFFICIO
Pubblicate e continuamente aggiornate sul sito del Dipartimento della funzione pubblica, sul sito di Formez PA e sul sito di Linea Amica.

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http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/13-10-2021/green-pass-e-ritorno-ufficio-le-faq-la-pubblica-amministrazione

Controlli Green Pass – Il nostro Centro Studi ha proceduto ad una breve ricognizione della materia e quindi a stilare alcune indicazioni.

Soggetti sottoposti all’obbligo.

Il decreto-legge 21 settembre 2021 n.127 (decreto Green Pass) impone al personale del settore privato inclusi i lavoratori autonomi ed i familiari ed a chiunque in forza di un contratto entri in azienda di essere in possesso dell’apposita certificazione COVID 19 (Green Pass), ivi compresi artigiani, agenti di commercio e fornitori.

L’obbligo si estende anche a chi acceda alla mensa aziendale ed a chi, pur operando in lavoro agile si debba recare per qualunque motivo in azienda.

Non sono tenuti all’obbligo coloro che siano in qualsiasi modo esenti dalla vaccinazione. Costoro dovranno presentare apposita certificazione al medico competente che ne darà comunicazione al datore di lavoro.

Le modalità di accertamento erano affidate sino al 30 settembre 2021 con successiva proroga al 30 novembre 2021, alle certificazioni cartacee secondo quanto previsto dalla circolare 4.8.2021 del Ministero della Sanità.

La durata dell’obbligo di presentazione del Green Pass è fatta partire dal 15.10.2021 (venerdì) al 31.12.2021 data di scadenza del periodo emergenziale.

In ogni caso, per le esenzioni, datore di lavoro non è autorizzato al trattamento diretto di questo dato sanitario. Il certificato di esenzione alla vaccinazione dovrà essere fornito dal lavoratore al medico competente, il quale si limiterà a informare il datore riguardo i lavoratori ai quali non deve essere svolto il controllo del Green Pass, senza ulteriori trattamenti di dati sanitari degli interessati.

I controlli.

I controlli possono avvenire anche a campione sia precedentemente all’entrata in azienda che nell’ambito della stessa.

La verifica va effettuata mediante scansione del QR code del Green Pass mediante l’app VERIFICA C19.

Sono preferibili i controlli preventivi che potranno avvenire a campione oppure estendersi a chiunque entri in azienda.

Quest’ultimo sistema appare preferibile in quanto permette un controllo generalizzato ed impedisce l’accertamento di situazioni di scopertura all’interno dell’azienda che comportano sanzioni e denunce al Prefetto.

Quindi il sistema più semplice ed efficace sarebbe quello del controllo generalizzato in entrata.

Le modalità di controllo devono essere predefinite e notiziate ai lavoratori.

Con documento scritto dovranno essere identificate ed incaricate le persone addette ai controlli.

Si tratterà di adottare un atto formale contenente le istruzioni per la verifica.

I soggetti addetti al controllo possono essere sia dipendenti dell’azienda, o di società appaltatrici dei servizi di sicurezza.

Si suggerisce di inserire nella nomina dei soggetti incaricati anche l’autorizzazione al trattamento dei dati ai sensi degli articoli 29 e seguenti del GDPR – Regolamento UE 2016/679 e DLGS n.196/2003 (codice privacy).

Conseguenze.

Appena effettuati i controlli, i lavoratori che risultino privi della certificazione o dichiarino di non possederla, devono essere allontanati e considerati assenti ingiustificati, ma non va inflitta loro alcuna sanzione, ma saranno privati della retribuzione e da ogni obbligo connesso (contributi), TFR, per tutto il periodo di assenza. Quindi non potranno mettersi in malattia o richiedere una volta assenti altre forme di aspettativa magari più vantaggiose, in quanto il rapporto di lavoro è in totale quiescenza.

Essi avranno diritto alla conservazione del posto di lavoro (come se fossero in aspettativa non retribuita).

Potranno rientrare in qualunque momento previa presentazione della certificazione richiesta.

In questo caso, per motivi organizzativi, si potrà richiedere agli stessi una comunicazione scritta di rientro con un termine per il datore di lavoro di almeno tre giorni per organizzare il posto di lavoro.

Diversa invece sarà la posizione di quanti presenti in azienda, nell’ambito di un controllo, saranno accertati privi del green Pass.

In quest’ultimo caso, l’addetto ai controlli, dovrà segnalare il nominativo al prefetto per l’irrogazione al lavoratore medesimo di una sanzione amministrativa (da euro 600 a 1500) e potrà essere avviata contro i medesimi apposita procedura disciplinare con contestuale sospensione del rapporto senza retribuzione (provvedimento che non assume valenza disciplinare).

Sanzioni sono inoltre previste per i datori di lavoro che non ottemperano a queste disposizioni.

Dette sanzioni possono comportare misure interdittive e la chiusura dell’esercizio. Quindi converrà documentare adeguatamente l’attività di controllo svolta.

All’atto pratico, si consiglia di:

  1. Effettuare i controlli in massa e generalizzati prima dell’entrata in azienda-
  2. Nel caso di dipendente o addetto privo del Green Pass esso va allontanato, consegnandoli o inviandoli poi apposita nota con cui si comunica che egli sarà considerato assente ingiustificato sino alla cessazione del periodo di emergenza 31.12.2021, salvo proroghe senza retribuzione ed istituti connessi, ma senza che ciò costituisca illecito disciplinare.

Gli dovrà essere comunicato che potrà rientrare in azienda e riprendere l’attività lavorativa nel caso in cui risulti munito di Green Pass con un preavviso all’azienda di n.3 giorni per permettere la sua utile collocazione.

  1. Nel caso in cui il dipendente protesti o faccia resistenza, andrà valutata la portata del suo comportamento, nel caso in cui si limiti a protestare, converrà non dare seguito alla cosa, nel caso di resistenza o tentativo di forzare i controlli, sarà bene chiamare la forza pubblica e dar luogo a contestazione disciplinare.
  2. Nel caso in cui il dipendente sia collocato in malattia o in aspettativa prima della data del 15.10.2021, non si dovrà dare corso a provvedimento alcuno, sino al rientro in cui gli si chiederà il Green Pass.
  3. Se un dipendente senza nulla segnalare, non si presenterà alla data del 15.10.21 per il controllo, andrà contestata l’assenza ingiustificata e si procederà disciplinarmente.
  4. Qualora invece il dipendente segnali di non essere in possesso del Green Pass alla data del 15.10.2021 si darà corso all’assenza ingiustificata senza sanzione disciplinare e senza retribuzione, come accade per chi all’ingresso non sarà in possesso di valido Green Pass.
  5. Qualora invece, chi obbligato al Green Pass ne venga sorpreso privo in azienda, dovrà essere fatta immediata segnalazione al prefetto ed il soggetto dovrà essere in ogni caso allontanato. Contro il medesimo potrà aprirsi procedimento disciplinare.
  6. In caso di difficoltà applicativa, si potrà almeno temporaneamente ricorrere ad istituti contrattuali quali le ferie, l’aspettativa, il permesso, il ricorso al lavoro agile.
  7. Si fa notare che nelle aziende con un numero di dipendenti inferiore a 15, la sospensione del lavoratore privo di green pass, è stabilita automaticamente al 31.12.2020 e l’azienda potrà sostituire il dipendente così assente con un lavoratore a termine o somministrato.

CIU UNIONQUADRI – COMUNICATO PER GLI ISCRITTI – Obbligo di Green Pass e tutela del lavoro e dell’economia.

Questa organizzazione sindacale in vista della scadenza del 15.10.2021, che comporterà l’obbligo del Green Pass per l’accesso ai luoghi di lavoro, senza voler interferire nella materia della prevenzione della pandemia, nota alcuni punti che permetterebbero una migliore applicazione delle normative sanitarie, semplificando e garantendo l’accesso al lavoro ed evitando una situazione incresciosa per i dipendenti e per l’economia.

  1. In primo luogo, nella data del 15.10.2021, vengono pure meno i criteri emergenziali che hanno garantito nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, un’ampia applicazione del lavoro agile. Questa coincidenza di termini rende maggiormente gravosa l’applicazione dell’obbligo del Green Pass, in quanto molti dipendenti nelle pubbliche amministrazioni, si troveranno a dover tornare in sede, provvedendo a adeguarsi alle norme in tema di Green Pass. Verrà così a crearsi una sorta di “ingorgo sanitario”.
  2. Il lavoro agile in molti casi potrebbe ovviare almeno temporaneamente alla mancanza del Green Pass.
  3. Altri istituti contrattuali e operativi potrebbero attutire l’impatto temporale della norma, ci riferiamo all’utilizzo di ferie, di percorsi formativi on line, di permessi ed aspettative, tenuto presente che ad oggi, la scadenza dell’obbligo di Green Pass è prevista per il 31.12.2021.
  4. Per quanti si vedranno allontanati dal lavoro, suggeriamo, qualora sussistano reali difficoltà all’acquisizione del tampone, a segnalarlo con nota scritta al datore di lavoro ed allo scrivente sindacato.

Assalto Cgil Roma – La CIU esprime solidarietà.

Nulla può giustificare l’efferato e vigliacco attacco subito dalla CGIL sabato pomeriggio, azione che colpisce al cuore la democrazia e i lavoratori tutti. Esprimiamo tutta la solidarietà e ci stringiamo intorno al movimento sindacale colpito. Così in una nota il Presidente CIU Unionquadri Gabriella Ancora.

Sicurezza dei dati e Cloud nazionale: le prossime sfide di una P.A. che vuole essere moderna.

Sicurezza dei dati e Cloud nazionale: le prossime sfide di una P.A. che vuole essere moderna.

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione rappresenta uno degli obiettivi prioritari contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, scopo da raggiungere dispiegando diverse misure atte a garantire a cittadini e imprese servizi pubblici di maggiore qualità, efficienza e modernità.

 

Per questo, all’interno del PNRR, sono stati previsti notevoli investimenti nella trasformazione digitale degli uffici pubblici. Il rafforzamento dei servizi pubblici digitali, secondo il documento trasmesso a Bruxelles la scorsa primavera, poggerà su una serie di interventi c.d. “abilitanti”, tra cui la migrazione al cloud dei dati in possesso da tutte le amministrazioni e il rafforzamento della cybersecurity nazionale. In particolare, la realizzazione di un cloud nazionale, un luogo virtuale – in Rete – dove le pubbliche amministrazioni potranno archiviare tutti i dati dei cittadini in maniera rapida e sicura (ma soprattutto innovativa) appare fondamentale.

 

Le infrastrutture digitali, nel privato come nel pubblico, infatti, ricoprono un ruolo vitale per gran parte delle attività quotidiane, e costituiscono l’ossatura portante del sistema di servizi che le amministrazioni utilizzano ed erogano a cittadini e imprese. Sulla spinta di ciò, il nostro Paese si è dotato di una “Strategia Cloud Italia”, una serie di azioni che prevedono la realizzazione di un sistema operativo nazionale mediante l’adozione del cloud computing nel settore pubblico, da realizzare attraverso infrastrutture digitali pubbliche affidabili, sicure ed economicamente sostenibili.

 

Il cloud costituisce la principale piattaforma abilitante per gli strumenti della trasformazione digitale, dall’intelligenza artificiale all’Internet of things, e la strategia avviata dall’Italia con il Pnrr consentirà al nostro Paese di allinearsi a quelli più avanzati” ha commentato Gabriella Àncora, Presidente nazionale di CIU-Unionquadri, Confederazione che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti e il mondo delle professioni intellettuali, organizzazione presente al CNEL e in diverse organizzazioni internazionali. “Sul punto segnalo gli interessanti approfondimenti prodotti dal Prof. Maurizio Mensi, rappresentante della Ciu-Unionquadri presso il CESE a Bruxelles, che ha ben evidenziato come la riduzione della superficie d’attacco, unita alla razionalizzazione, ammodernamento e standardizzazione tecnologica delle applicazioni in uso alla Pubblica Amministrazione consentirà di applicare i principi di sicurezza a tutte le infrastrutture innovative della P.A., così da scongiurare un nuovo attacco come quello subito dai sistemi sanitari della Regione Lazio quest’estate”.

Assicurare l’autonomia tecnologica del Paese, in un momento storico dove gran parte degli interessi nazionali viaggia in Rete, appare basilare, ed è strumentale a garantire il controllo sulla sicurezza dei dati dei cittadini aumentando, nel contempo, la resilienza dei servizi digitali.

Dai lavori del Prof. Mensi su questo argomento mi piace rilevare come ogni processo di allocazione e gestione di ingenti quantità di dati, non solo personali, quale avviene con il cloud, assume necessariamente una connotazione geopolitica. Entra in gioco, infatti, anche il tema della sovranità digitale nella sua accezione più diffusa, vale a dire l’indipendenza tecnologica, insieme al tema più ampio della sicurezza degli innovativi strumenti di lavoro”. “Come sindacato ci stiamo interrogando su quale possa essere il percorso che la P.A. e – in generale – ogni realtà pubblica e privata debba intraprendere affinché il middle management e i professionisti della conoscenza possano portare il proprio contributo nell’ambito delle prossime sfide tecnologicheha sottolineato il Presidente della CIU-Unionquadri.La capacità di prevenzione, controllo continuo e intervento in difesa delle infrastrutture tecnologiche esige una formazione puntuale e di eccellente qualità. Da qui l’ipotesi di creare dei percorsi formativi ad hoc, sotto la guida del CNEL, che è la casa delle principali parti sociali, e aperti a tutti gli attori pubblici e privati impegnati nell’istruzione di qualità che permettano di fornire il massimo della conoscenza all’interno di percorsi di Alta formazione e addestramento pratico, certificandone le competenze, a tutte quelle figure chiamate a gestire la sicurezza e, in definitiva a supportare tutto il futuro del sistema Paese.

NOTIZIE QUADRI FRIULI VENEZIA GIULIA.

Incontro – Seminario con i Quadri del Comune, della Regione ed Autorità portuale di Trieste.

30 settembre 2021

Coordinatore il Segretario Regionale CIU Unionquadri Dott. Fulvio Carli.

L’Avv. Fabio Petracci Vicepresidente CIU Uniunquadri e Presidente del Centro Studi CIU Unionquadri, ha illustrato ai presenti gli ultimi aggiornamenti sulla legislazione in tema di lavoro e pubblico impiego:

In particolare, alcuni aspetti del PNRR che riguardano la nostra categoria con i riferimenti al Middle Management.

È stata trattata la nuova normativa in tema di lavoro agile e la normativa relativa al Green Pass.

Dal successivo ampio dibattito è emerso un problema concernente i quadri dell’autorità portuale di Trieste dove quest’ultima intende costituire le posizioni organizzative.

CIU Unionquadri si è impegnata a seguire attivamente le trattative per tutelare la nostra categoria.