23 novembre 2020 – ore 15 – CRISI ECONOMICA ATTUALE COME AFFRONTARLA? COSA SUCCEDERÀ NEL POST PANDEMIA?


Un’occasione come quella offerta dal programma Next Generation EU non si ripresenterà. È da questa consapevolezza che occorre partire per affrontare una nuova fase storica, nella quale centrale sarà la questione del lavoro e dell’occupazione connessa, com’è, alla domanda di beni e servizi. La stesura dei piani per assicurarsi i fondi del Next Generation EU deve seguire diversi drivers: dall’ammodernamento della Pubblica Amministrazione, alla capitalizzazione di imprese, spesso, troppo piccole, alla riprofessionalizzazione della forza lavoro, al sostegno dell’economia sostenibile e della digitalizzazione. Citando le parole di Keynes, se ci doteremo di una saggezza nuova, potremo aprire la strada di una nuova èra.
Negli anni 30 del XX Secolo, mentre si dedicava alla stesura della sua General Theory, John Maynard Keynes – come ricorda Giorgio La Malfa nella premessa alla edizione pubblicata nel 2019 – era impegnato nella ricerca di “una saggezza nuova per una nuova èra”. Ricorda La Malfa che “come negli anni in cui Keynes scriveva, l’ansia permea profondamente la nostra società con effetti sconvolgenti sugli equilibri sociali e politici”.
Quegli equilibri sono sottoposti in tutto il mondo a pressioni violente dalle conseguenze della pandemia scatenata dal Covid-19. Così, come per tutti, tale pressione investe anche il nostro Paese, che soffre, però, più di altri. Proprio nei giorni in cui l’epidemia dilagava in Italia, abbiamo pubblicato il Report “Cassa Integrazione Guadagni 2019” del Centro Studi della nostra Associazione Lavoro&Welfare. Quei dati contenevano un warning chiaramente definito. Dopo una diminuzione ininterrotta dal 2012 al 2018 con un calo dell’80,61% (da 1 miliardo di ore a 200 milioni), il 2019 aveva segnato una inversione di tendenza con una crescita nell’utilizzo della Cassa Integrazione del 20,20%. In pratica, rispetto al 2008, momento in cui esplode la crisi che segna il decennio successivo, in Italia, nel 2019, mancano all’appello quasi 2 miliardi di ore lavorate, che corrispondono a circa 1 milione e 200 mila lavoratori a tempo pieno. Il virus si abbatte dunque su una situazione, già di per sé, strutturalmente fragile.
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“Serve un ‘progetto Paese’ che proietti l’Italia verso il nuovo scenario socio-economico-politico che si sta delineando, che sarà diverso da quello che abbiamo conosciuto fino a prima della pandemia. Non basteranno le misure tampone adottate per arginare le ricadute economiche negative della crisi sulle diverse categorie sociali, economiche e produttive.Le Parti sociali sono pronte a fornire al Parlamento e al Governo il loro sostegno in termini di proposte ed idee, sia per la fase della più acuta dell’emergenza, sia nella programmazione della fase immediatamente successiva di graduale riapertura. La ripartenza deve costituire l’occasione per ragionare sui nodi critici del Paese, disegnando il modello di sviluppo e ripensando al valore dei servizi pubblici essenziali. Le azioni che si mettono in campo per gestire l’emergenza condizioneranno il modo in cui ne usciremo. L’uso delle tecnologie digitali, quelle dell’informazione e della comunicazione si stanno rivelando strategici. Non possiamo più ignorarlo. Siamo al limite del lockdown sostenibile per l’economia”.
È il messaggio emerso all’unanimità dall’Assemblea del CNEL che si è riunita ieri, 8 aprile, in videoconferenza, approvando lo stress test.
“Nei prossimi mesi e per tutto il 2021, dunque, il nostro Paese avrà davanti un’opportunità unica per provare a colmare alcuni gap strutturali storici che sono emersi in tutta la loro urgenza durante l’emergenza sanitaria. La sanità, la scuola, l’infrastruttura digitale e il welfare, hanno mostrato limiti enormi legati al loro mancato adeguamento al contesto attuale. La semplificazione amministrativa è un elemento essenziale per un’azione rapida a supporto delle misure adottate durante la fase emergenziale. La prossima emergenza che si verificherà non potrà trovare il nostro Paese impreparato. Dobbiamo imparare a convivere con regole che rendano compatibile l’emergenza sanitaria con quella economica – aggiunge il presidente Tiziano Treu – Dobbiamo incalzare l’Europa perché persegua la strada degli eurobond, in alternativa, saremo legati a regole intergovernative basate su un quadro di grande incertezza e, allora, il problema oltre che economico e sociale può effettivamente diventare anche politico”.
Le azioni che si metteranno in campo nelle prossime settimane per far ripartire gradualmente il Paese dopo il lungo lockdown disegneranno l’Italia dei prossimi 10 anni.
“L’assenza di una posizione unitaria e l’incapacità di prendere decisioni sui grandi problemi economici e sociali e di solidarietà rischia di compromettere il grande progetto europeo. Occorre trovare nuovi spazi comuni e superare l’assetto attuale di una costruzione intergovernativa che vede, da un lato, una sovranità monetaria e, dall’altro, la libertà per gli Stati di accedere individualmente a politiche economiche e di sviluppo, fiscali e industriali”, sottolinea il vicepresidente Elio Catania.
“Abbiamo davanti lo spettro della recessione e della crisi sociale. Bisogna prefigurare una ripartenza nel più breve tempo possibile che affronti i grandi nodi strutturali del sistema Paese lavorando ad un nuovo modello di sviluppo e affrontando la crisi industriale. Sulla sanità e il valore dei servizi pubblici centrale è importante il ruolo dello Stato. Alcune scelte vanno riviste. Non dobbiamo dimenticare le sfide economiche che ci attendono già in questa fase di emergenza”, rileva la vicepresidente Gianna Fracassi.
“Il decreto Liquidità appena approvato dal Governo appare un passo importante nella giusta direzione della tutela del sistema produttivo e della stabilità finanziaria delle imprese e delle banche. Ma il problema centrale sta nella velocità di attuazione delle misure: rapidità di attuazione delle decisioni e snellimento delle procedure amministrative sono le due variabili cruciali perché non si vanifichi l’efficacia delle misure, scongiurando una crisi sociale devastante che comprometta la tenuta dell’assetto democratico del Paese”, conclude il CNEL.

Si è svolta al Palazzo del Quirinale la tradizionale cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile.
Il tema centrale del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato l’appello alla coesione sociale del Paese rispetto al grave problema del lavoro.
Lavoro purtroppo che manca e quando c’è è spesso precario, sottopagato e insicuro.
Riguardo i giovani queste situazioni di stallo danno per conseguenza una emigrazione forzata con grave danno per la fuga dei nostri cervelli.
Il Presidente ha in ultimo ripreso una tematica che gli sta molto a cuore: il divario di genere che ancora esiste, ma che, come nota positiva, registra una sempre maggiore presenza delle donne ai vertici delle imprese e delle istituzioni, come ad esempio la nomina di Marta Cartabia prima Presidente donna della Corte Costituzionale.
Per la CIU era presente il Presidente Nazionale, Dott.ssa Gabriella Ancora.

Al CNEL proseguono i lavori per la realizzazione di un progetto di legge da presentare alle Camere ai sensi dell’art. 71 della Costituzione, in tema di tutele dei lavoratori autonomi e professionisti.
La CIU, presente alla Consulta con il proprio Dirigente l’Avv. Laura Aramini, ha espresso le proprie posizioni in merito e tracciato le linee per una bozza di disegno di legge.
Il lavoro autonomo e la figura del professionista sono in forte crescita, secondo un recente studio del CEDEFOP, dal 2020, si stima, rappresenteranno il 31% della forza lavoro, per cui sono figure che necessitano di maggiore attenzione e quindi di tutele.
Le esigenze del mercato del lavoro sono il segnale che crescerà sempre più la richiesta di forme autonome di lavoro e alte figure professionali, la CIU sosterrà ogni forma di intervento a tutela e rafforzamento della categoria. In qualche modo bisogna difendersi dalla leggenda …della scomparsa del futuro, per ciò più organizzazione e ottimismo verso le nuove e più forti figure in crescita.
Occorre una politica innanzitutto di comunicazione e informazione, la CIU da sempre infatti sostiene forme di intervento a favore dei lavoratori autonomi e professionisti che rappresenta.
Il lavoro autonomo è una scelta di vita, è il professionista che fa impresa del proprio sapere, è imprenditore di sé stesso.
Per poter essere messo in condizioni di lavorare al meglio, necessita di un rafforzamento in tema di servizi e tutele.
La CIU favorevole alla necessità dell’obbligo della formazione professionale, è d’accordo ad estendere la deducibilità delle spese per la formazione anche ai regimi forfettari.
L’esigenza di creare un ammortizzatore sociale universale diventa sempre più impellente, e la CIU è favorevole alla creazione dello strumento a sostegno del reddito per gli iscritti alla gestione separata INPS da almeno 3 anni.
Chiaro comunque – aggiunge Aramini – che lo strumento vada inteso come forma di sostegno per riqualificarsi sul mercato in ipotesi di calo di reddito, non di fatturato.
Al fine di valutare l’impatto dello strumento, la Consulta concorda di attuare un percorso di sperimentazione per valutarne le ricadute sul lavoratore e il lavoro.
Presente alla Consulta anche il Presidente del CNEL, il Prof. Treu che nel complimentarsi per i lavori del tavolo, ha comunicato che a Bruxelles saranno sostenuti attraverso fondi europei, progetti a sostegno di forme di welfare.
La CIU già promotrice di bandi europei, grazie anche alla partecipazione attiva ai lavori del CESE, si farà portavoce della redazione dei progetti europei a sostegno di forme di welfare per i propri iscritti.
Soddisfatta dei lavori – l’Avv. Laura Aramini della CIU – la quale comunica come già sia stata ufficializzata la partecipazione al prossimo incontro, anche del Ministro del Lavoro, al fine della presentazione del progetto di disegno di legge per il lavoro autonomo.