IL CODACONS OFFRE A GIOVANI AVVOCATI E/O NEOLAUREATI IN GIURISPRUDENZA UNO STAGE PRESSO L’ASSOCIAZIONE A TEMPO PIENO CON BORSA DI STUDIO.

Il Codacons, nella consapevolezza che investire sui giovani significa investire sul futuro, ha deciso di offrire a giovani avvocati e/o laureati in giurisprudenza, che intendono approfondire le tematiche proprie del mondo del consumerismo, uno stage presso l’Ufficio Legale Nazionale del Codacons in Roma, a tempo pieno con borsa di studio.

I candidati selezionati, dunque, collaboreranno direttamente con il Codacons, presso l’Ufficio Legale Nazionale di Roma, partecipando a tutte le attività che l’Associazione quotidianamente porta avanti per la tutela dei diritti dei consumatori (ed in particolare azioni collettive, azioni per la tutela della salute, degli interessi economici dei consumatori e degli utenti, della sicurezza e della qualità dei prodotti e dei servizi, per il miglioramento degli standard contrattuali concernenti beni o servizi in termini di correttezza, trasparenza ed equità, consulenze tecniche e legali a favore dei consumatori e degli utenti, attività di ricerca, documentazione e pubblicazione concernenti il consumerismo).

Le candidature dovranno essere presentate entro e non oltre il 30 settembre 2023 inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it con oggetto “CANDIDATURA STAGE CODACONS BORSA DI STUDIO” indicando:

  • Nome e Cognome
  • Età
  • Contatto Telefonico
  • Contatto e-mail
  • Curriculum vitae

 

Le infrastrutture Gigabit nel parere CESE del luglio 2023. La posizione di CIU-Unionquadri.

Con il parere approvato dal Comitato economico e sociale (CESE) nella sua Plenaria di luglio – relatore il Prof. Maurizio Mensi, rappresentante di CIU-Unionquadri – si compie un importante passo in avanti nella procedura legislativa per l’adozione in via definitiva del Gigabit Infrastructure Act, regolamento proposto dalla Commissione europea il 23 febbraio 2023 per garantire ai cittadini e alle imprese UE entro il 2030 una maggiore larghezza di banda a velocità più elevate.

Servono servizi digitali più adeguati, flessibili e innovativi per i cittadini, le imprese e il settore pubblico, in un contesto economico ormai vieppiù basato su tecnologie come il cloud, l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e il metaverso.

La diffusione di reti ad altissima capacità, comprese la fibra ottica e il 5G, è una priorità strategica UE da perseguire entro il 2030. Tali reti sono essenziali per un’ampia gamma di applicazioni innovative, in grado di trasformare settori dell’economia UE, come il commercio, l’automotive, il manifatturiero, la sanità, i trasporti, l’agricoltura e i servizi di pubblica utilità, e renderli in grado di rispondere alle esigenze future,

La proposta di regolamento, destinato a sostituire una direttiva del 2014 sui costi della banda larga, intende ridurre i costi dell’infrastruttura fisica che sostiene le reti Gigabit avanzate, riducendo la “burocrazia”, i costi e gli oneri amministrativi associati allo sviluppo delle reti.  Prevede inoltre che tutti gli edifici nuovi o ristrutturati, salvo casi giustificati, siano dotati di fibra ottica in modo che i cittadini possano usufruire di servizi di connettività più veloci. Grazie alle nuove regole, gli operatori potranno così installare rapidamente le reti mediante procedure semplificate, digitalizzate e meno costose.

Con il suo parere il CESE accoglie con favore la proposta di regolamento e sottolinea l’importanza di procedure rapide, efficaci e semplificate, nonché di termini, condizioni e prezzi adeguati da applicarsi ovunque.

In particolare, risulta apprezzabile la scelta di un regolamento al posto di una direttiva, per garantire uniformità e ridurre la frammentazione a livello nazionale. Condivisibile altresì l’obiettivo della Commissione di tener conto dei recenti sviluppi tecnologici e di mercato, allineando le previsioni del regolamento al Codice europeo delle comunicazioni elettroniche del 2018 e cercando di rendere compatibile il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione agli obiettivi del Green Deal.

Nel suo parere, il CESE riconosce poi che la condivisione delle infrastrutture esistenti consente di evitare duplicazioni di lavori e ottimizzare le risorse, in linea con gli obiettivi del Decennio digitale dell’UE 2030. Occorre peraltro garantire la sicurezza e la solidità delle reti, anche a protezione dei dati che vi sono veicolati. Importante poi che i previsti sportelli unici (SIP) relativi alle informazioni minime sulle infrastrutture fisiche (che i proprietari delle infrastrutture pubbliche devono fornire), siano integrati e collegati ad altre banche dati già disponibili a livello nazionale, in modo da evitare duplicazioni e risparmiare sui costi.

La CIU-Unionquadri membro del CNEL si compiace del parere del CESE, poiché – come rileva la sua Presidente Dott.ssa Gabriella Ancora, “la diffusione delle reti ad altissima capacità (VHCN) e della connettività gigabit è un fondamentale fattore di sviluppo e coesione socio-economica, in particolare per le piccole e medie imprese. Garantisce infatti la qualità del lavoro, l’adeguatezza dei luoghi in cui lo stesso viene prestato, assicurando altresì la corretta erogazione dei servizi pubblici e più in generale la fornitura di tutti i servizi in formato digitale, anche nelle aree remote del paese o in quelle più difficili da raggiungere”.

CIU UNIONQUADRI AL TAVOLO DI LAVORO DEL MINISTERO DEL TURISMO.

 

Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha incontrato questa mattina al Ministero i rappresentanti delle maggiori sigle sindacali per affrontare le principali tematiche riguardanti l’industria turistica e sui suoi molteplici aspetti: dalla formazione alla destagionalizzazione, dall’occupazione all’innovazione, dalla sostenibilità all’inclusione. L’appuntamento di oggi è solo il primo di un calendario più ampio di incontri con le parti sociali e che vedrà coinvolte le organizzazioni datoriali e le associazioni di categoria.

“L’incontro è stato molto proficuo e ha evidenziato la piena unità d’intenti nella valorizzazione e promozione del turismo quale asset economico fondamentale della nostra Nazione. Il Governo crede fortemente nel dialogo e nel confronto con le parti sociali: per questa ragione abbiamo deciso di rendere permanente questo tavolo, che si riunirà periodicamente per analizzare i singoli comparti turistici e trovare le soluzioni migliori, nell’ambito della visione indicata nel Piano strategico del turismo 2023-2027. Il nostro obiettivo è lavorare insieme con chi ogni giorno affronta i problemi concreti del settore”, ha sottolineato il Ministro Santanchè.

I Temi in particolare oggetto dell’incontro sono stati l’individuazione e la definizione dell’aziende che partecipano alle filiere turistiche, alle quali dover attribuire eventualmente un codice Ateco, il rinnovo dei contratti nazionali di settore, scaduti dal 2018, l’estensione della rete internet, tuttora non presente per es. nei porti turistici e nei campeggi, la mancanza di una adeguata ricettività di alcune strutture alberghiere per la qualità dell’offerta.

In particolare, andrà affrontato il tema delle professionalità e delle competenze, attraverso una definizione dei ruoli e delle specializzazioni, e soprattutto attraverso la formazione, che dovrà essere continua, periodica, e preferibilmente svolta in lingua inglese.

Il destination manager potrà essere una delle soluzioni, intese a valorizzare le competenze, le aree e meglio sviluppare le eccellenze del settore.

Il gruppo di lavoro sarà permanente e avrà riunioni di carattere mensile.

Congresso Nazionale C.O.C.I. 2023 – Salute, alimentazione, Sport e benessere: il nostro ruolo in campo Europeo.

AVVISO PUBBLICO PER IL CONFERIMENTO DI 6 BORSE DI STUDIO PER L’ATTIVITÀ DI RICERCA A SUPPORTO DELLE ATTIVITÀ DEL CNEL.

 

Sono state istituite, con avviso pubblico del 6 luglio 2023, n. 6 borse di studio, rivolte a giovani laureati in possesso di laurea magistrale, o del vecchio ordinamento, in Scienze politiche e sociali, Giurisprudenza, Scienze statistiche, Scienze economiche, Relazioni internazionali o equipollenti.

L’attività di ricerca è finalizzata a fornire assistenza specialistica al personale in servizio presso il CNEL, con particolare riferimento al supporto alle Commissioni, mediante lo svolgimento delle seguenti attività:

a. ricerca a supporto dell’analisi dei contenuti normativi ed economici dei CCNL, anche ai fini del potenziamento dell’archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro istituito presso il CNEL

b. ricerca a supporto della valutazione dei documenti e atti di politica e di programmazione economica, compresi gli atti dell’UE nell’ambito del semestre europeo; ricerca e supporto all’esame del DEF e della NADEF, della valutazione sull’andamento della congiuntura economica; supporto all’elaborazione della legislazione che comporta indirizzi di politica economica

c. ricerca a supporto dell’analisi, valutazione e misurazione dei livelli e della qualità dei servizi pubblici centrali e locali e dell’impatto sociale dell’azione amministrativa

d. ricerca a supporto dell’analisi delle politiche sociali e del lavoro europee ed internazionali, con particolare riferimento alle attività del Comitato Europeo Economico e Sociale (CESE), del Comitato per l’occupazione, del Comitato per la protezione sociale e dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro

e. ricerca a supporto dell’analisi delle politiche del lavoro e dei principali meccanismi di prevenzione della corruzione a livello nazionale ed europeo, con particolare riferimento ai lavori del Network Rule of Law della Commissione europea, oltre che del monitoraggio delle attività parlamentari, legislative e consultive, in materia

f. ricerca a supporto dell’analisi delle politiche sociali e del lavoro legate allo sviluppo sostenibile, con particolare riferimento al monitoraggio dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Per maggiori informazioni leggere l’Avviso pubblico 

Dal nostro rappresentante CIU Unionquadri negli Stati Uniti, Avv. Francesco Rizzo Marullo

DAL NOSTRO RAPPRESENTANTE CIU UNIONQUADRI NEGLI STATI UNITI, AVV. FRANCESCO RIZZO MARULLO.

 

 

Il Sistema Fiscale americano: Principi fiscali negli Stati Uniti d’America

 

Il complesso sistema fiscale americano si articola attraverso una tassazione su tre livelli, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche: federale, statale, e a volte anche locale. Nel presente articolo tratteremo solo il livello federale, che è di gran lunga il più articolato.

 

Residenza fiscale

Negli Stati Uniti le persone fisiche che risultino, attraverso alcuni test che analizzeremo a breve, residenti, al pari dei cittadini americani, sono soggetti a tassazione su tutti i loro redditi ovunque prodotti (c.d. principio del world-wide income). Le persone fisiche non residenti, invece, sono tassate soltanto sul reddito di fonte statunitense.

La determinazione della residenza diventa quindi fondamentale ai fini della comprensione della tassazione a cui un soggetto straniero è sottoposto. Una persona fisica, che non sia cittadino americano, acquista la residenza fiscale negli Stati Uniti se risulta lawful permanent resident durante l’anno fiscale o se soddisfa il substantial presence test.

Un lawful permanent resident è un cittadino straniero nei cui confronti il dipartimento dell’immigrazione americana, U.S. Citizenship and Immigration Services (USCIS), ha emesso il modello I-551, meglio noto come green card, ovvero un permesso di soggiorno permanente. Ottenuto il permesso di soggiorno uno straniero continua ad essere considerato residente fin tanto che il permesso non gli venga revocato o venga dallo stesso abbandonato.

Ai sensi del substantial presence test un cittadino straniero viene considerato fiscalmente residente negli Stati Uniti nel caso che:

  1. risulti presente sul territorio nazionale per almeno 183 giorni nel corso di un anno solare;
  2. trascorra negli Stati Uniti un periodo di tempo di almeno 31 giorni nell’anno solare di riferimento, soddisfi il test dei 183 giorni (meglio noto come cumulative presence test).

Per quanto concerne il cumulative presence test, esso consiste nella somma del totale dei giorni in cui la persona fisica è stata presente negli Stati Uniti nell’anno solare di riferimento, più un terzo dei giorni in cui è stato presente durante l’anno precedente ed un sesto dei giorni dell’anno ancora precedente. Se la somma, così ottenuta, è uguale o superiore a 183 giorni, il soggetto viene considerato fiscalmente residente negli Stati Uniti.

Negli esempi di seguito Tizio, cittadino italiano, soddisfa in tutti e due i casi il substantial presence test e, come tale, risulta residente fiscale negli Stati Uniti.

 

Esempio 1

Periodo Giorni presenti USA Percentuale % Giorni ai fini del test
Anno in corso 183 100% 183
1º Anno precedente 0 33.33 0
2º Anno precedente 0 16.67 0
Totale 183

 

Esempio 2

Periodo Giorni presenti USA Percentuale % Giorni ai fini del test
Anno in corso 122 100 122
1º Anno precedente 122 33.33 40.66
2º Anno precedente 122 16.67 20.34
Totale 183

 

Tassazione delle persone fisiche

Il sistema fiscale statunitense è stato profondamente modificato dalla riforma fiscale, Tax Cuts and Jobs Act (“TCJA”), del dicembre 2017, varata dal presidente Trump. Le modifiche volute dall’amministrazione repubblicana hanno interessato non solo le persone fisiche ma anche e, soprattutto, le società americane. Con la differenza che le modifiche delle prime, a differenza di quelle societarie, scadranno il 1 gennaio 2026.

Gli scaglioni fiscali, nel sistema statunitense, sono sette e sono comprese tra il 10% ed il 37% e sono così suddivisi a secondo lo stato civile del contribuente:

 

Tabella 1 – Singoli Individui

Reddito Aliquote 2023
$1 to $11.000 10%
$11.001 a $44.725 12%
$44.726 a $95.375 22%
$95.736 a $182.100 24%
$182.101 a $231.250 32%
$231.251 a $578.125 35%
+ $578.126 37%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 2 – Coniugi – Tassazione Separata

Reddito Aliquote 2023
$1 a $11.000 10%
$11.001 a $44.725 12%
$44.726 a $95.375 22%
$95.276 a $182.100 24%
$182.101 a $231.250 32%
$231.251 a $346.875 35%
+ $346.875 37%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 3 – Coniugi – Tassazione Congiunta

Reddito Aliquote 2023
$1 a $22.000 10%
$22.001 a $89.450 12%
$89.451 a $190.750 22%
$190.751 a $364.200 24%
$364.201 a $462.500 32%
$462.501 a $693.750 35%
+ $693.751 37%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 4 – Capo di Famiglia

Reddito Aliquote 2023
$1 a $15.700 10%
$15.701 a $59.850 12%
$59.851 a $93.350 22%
$93.351 a $182.100 24%
$182.101 a $231.250 32%
$231.251 a $578.100 35%
+ $578.101 37%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È importante sottolineare che al reddito imponibile lordo si sottraggono la deduzione forfettaria (standard deduction) quelle analitiche (itemized deduction). Le prime sono riconosciute in una misura fissa stabilita ogni anno e, per il 2023, risultano pari a $27.000, per le coppie che presentano una dichiarazione congiunta, e $13.850 per i single. Il loro valore è condizionato, inoltre, dalla tipologia di dichiarazione ed è maggiorato in caso di specifiche condizioni personali o del coniuge, come per esempio, se abbia più di 65 anni e se sia un non vedente. Le seconde, invece, sono delle deduzioni personalizzate, in base alle spese effettuate dal contribuente durante l’anno solare quali, ad esempio, le spese mediche, le commissioni su mutui etc.

La riforma Trump ha eliminato l’Alternative Minimum Tax (AMT) per le società ed ha modificato sostanzialmente la normativa relativa alle persone fisiche. Brevemente ricordiamo, che scopo dell’imposta, è tassare i contribuenti più facoltosi che abbiano redditi superiori ad un determinata soglia. Quest’ultimi, nell’intenzioni del legislatore del 1969, anno in cui l’imposta entrò in vigore, devono calcolare le imposte, sia con il modo tradizionale, sia con quello alternativo, da cui il nome dell’imposta. Dopo aver confrontato i due importi, i contribuenti verseranno le imposte considerando definitivo il debito fiscale più elevato. Per il 2023 la soglia sotto la quale non si è soggetti al regime dell’AMT a $81.300 per i single ed a $126.500. Anche le soglie di reddito oltre le quali viene tassata una porzione dei redditi inizialmente esenti, sono state elevate: $578.150 per i single; $1.156.300 per le coppie sposate

La tassazione dei capital gain, ovvero il guadagno derivato dalla compravendita di un asset finanziario, varia a secondo della durata della detenzione dell’asset medesimo: se inferiore all’anno si parla di short terms capital gains, se superiore di long terms capital gains. I primi sono soggetti ad un’aliquota che varia dal 10% al 37%, atteso che il guadagno capitale fa cumulo con il reddito imponibile durante l’anno solare. I secondi, invece, sono soggetti ad un’aliquota del 15% per i redditi compresi tra $44.625 e $492.300 e del 20% per i redditi superiori a $492.301 per i single, per le coppie sposate si applicano le stesse aliquote ma con scaglioni diversi $59.750/$523.050.

Per dovere di completezza è opportuno osservare che nel recente Progetto di Bilancio presentato dal Presidente Biden, è previsto il ritorno all’aliquota massima del 39.6% per i contribuenti che guadagnano più di $400.000. In aggiunta a ciò, il presidente Biden ha proposto l’introduzione una minimum tax del 25% sui redditi e sulle plusvalenze non realizzate. La nuova imposta colpirebbe solo lo 0.01% dei contribuenti statunitensi che guadagnano almeno $100 milioni l’anno. Infine, è previsto un aumento dal 20% al 39.6% del prelievo sui capital gains per coloro che realizzano almeno $1milione.
Tassazione delle imprese

In base al sistema societario vigente negli Stati Uniti, è possibile distinguere le seguenti diverse forme di società:

  • la società di capitali (C-corporation) caratterizzate dal possesso di una personalità giuridica e di un patrimonio sociale perfettamente autonomo e distinto dai soci (shareholders). Ciò comporta che per i debiti di una corporation risponde solamente la società con il proprio patrimonio e non i singoli soci personalmente.
  •  S (S-corporation) che, da un punto di vista giuridico è identica a quella di tipo C, mentre da un punto di vista fiscale si caratterizza per la possibilità di optare, in presenza di determinati requisiti (quali la residenza degli azionisti negli Stati Uniti, l’esistenza di una sola classe di azioni e un numero massimo di azionisti), per un regime fiscale trasparente, per effetto del quale il reddito viene tassato una sola volta, direttamente in capo agli azionisti;
  • la General Partnership costituite da due o più persone per l’esercizio in comune di un’attività economica. Le legislazioni statali normalmente prevedono due tipi di partnership: General e Limited. La General si caratterizza per la responsabilità illimitata e solidale dei soci che rispondono con il proprio patrimonio per le obbligazioni assunte dalla società. Sotto il profilo fiscale, il reddito prodotto dalla partnership non è imputato a quest’ultima ma viene attribuito ai singoli soci per mezzo del regime di tassazione trasparente. La Limited Partnership, assimilabile alla nostra società in accomandita semplice, si differenzia dalla General Partnership principalmente per la presenza di due classi di soci: i general partner e i limited partner. Mentre i general partner rispondono personalmente e illimitatamente per i debiti della società, i limited partner rispondono limitatamente alla quota conferita.
  • la Limited Liability Company è una forma ibrida di società che condivide con la corporation il carattere della responsabilità limitata dei soci (qui chiamati members) e con la partnership la mancanza di una tassazione a livello societario.
  • La Sole Proprietorship è la forma più elementare d’impresa negli Stati Uniti. Le Sole Proprietorship non possiedono personalità giuridica e autonomia patrimoniale proprie. Pertanto, dei debiti dell’impresa risponde personalmente e illimitatamente solo il loro titolare.

 

Ai fini contabili, al pari del sistema italiano, si ha un regime di competenza (accrual method) che impone di registrare le transazioni nel periodo di imposta a cui queste si riferiscono indipendentemente dal momento in cui i pagamenti si verificano, ed un regime per cassa (cash method). Quest’ultimo include nel calcolo del reddito solo i costi già pagati e i ricavi già incassati.

La tassazione societaria è la parte che ha subito maggiori modifiche, con la riforma Trump, ad iniziare dalla riduzione della tassazione degli utili di impresa che è passata dal 35% al 21%. Prima della riforma, l’imposta federale sul reddito delle società si configurava come un’imposta progressiva per scaglioni di reddito, quattro scaglioni compresi tra il 15% ed il 35%, rendevano gli Stati Uniti il paese, tra quelli economicamente sviluppati, con la più alta tassazione. A partire dal 1º gennaio 2018, invece, la tassazione è passata ad un’unica aliquota fissa, flat tax, del 21%, al di sotto della media dei paesi europei (22%) e dei paesi OCSE (24%). Tale aliquota, combinata con quelle dell’imposte statali e locali raggiunge il 25.75%, mantenendo gli Stati Uniti al di sotto della media dei paesi europei 26.9%, secondo lo studio di Tax Foundation.

È indubbio che una riduzione così drastica avvantaggi sia le imprese che le start-up che, a differenza delle modifiche sulle persone fisiche, potranno godere di tali riduzioni, senza limiti temporali. Come osservato per le persone fisiche, il recente progetto di bilancio dell’amministrazione Biden prevede un innalzamento dell’imposta dal 21% al 28%.

Una proposta, infine, che certamente avrà una strada in salita è la quadruplicazione, dall’1% al 4%, dell’imposta sul riacquisto di azioni proprie da parte della stessa società che le ha emesse (i c.d. buybacks). Una tecnica a cui le società statunitensi ricorrono spesso per sostenere il prezzo in borsa del titolo, specialmente nei casi in cui esso sia sottovalutato.

 

Imposta sulle Successioni e Donazioni

Con il termine “death tax” s’intende il complesso sistema d’imposte federali che regolano il trasferimento della proprietà o di altri diritti, in seguito alla morte del titolare o mediate un atto di liberalità di quest’ultimo. La death tax comprende: l’imposta sulle successioni, Estate Tax, l’imposta sulle donazioni, Gift Tax, e, infine, la Generation-Skipping Transfer (GST) Tax, ovvero un’imposta volta a colpire i beni trasferiti da una generazione all’altra, saltando generazioni intermedie lungo il percorso.

La riforma Trump ha raddoppiato la franchigia per l’imposta di successione, che per il 2023 è pari a $12.920.000 milioni per i single e $25.840.000 milioni per le coppie sposate. I nuovi limiti previsti dal Tax Cuts and Jobs Act resteranno in vigore fino al 2025. Al di sopra di queste franchigie è prevista un’imposta del 40%.

La franchigia per i soggetti stranieri non residenti è rimasta immutata a $60,000. Diversamente dai cittadini e residenti statunitensi, soggetti all’imposta di successione su tutti i loro beni (worldwide assets), i non residenti sono soggetti all’imposta solo per i beni presenti nel territorio statunitense qualora il loro estate abbia un valore superiore a $60,000.

Le stesse franchigie si applicano per la Generation-Skipping Transfer (GST) Tax.

Per quanto riguarda invece l’imposta sulle donazioni, al pari della nostra imposta, colpisce il trasferimento, diretto ed indiretto e a titolo gratuito, della proprietà e di altri diritti fra persone in vita. I beni oggetto dell’imposta possono essere mobili o immobili, tangibili o intangibili. L’imposta, a differenza di quanto avviene in Italia, non è tuttavia dovuta dal beneficiario della donazione, ma bensì dal donante.

In seguito alla riforma dell’amministrazione Trump, al pari dell’imposta di successione, è prevista una franchigia pari a $12,920,000 per i single e $25,840,000 per le coppie sposate. A ciò bisogna aggiungere un’esclusione annuale, per soggetto, pari a $17,000. Al pari dell’imposta di successione, non ci siano limiti alle donazioni tra coniugi, purché essi siano cittadini americani. Nel caso in cui il coniuge beneficiario non fosse un cittadino americano, invece, le donazioni da parte del coniuge statunitense saranno limitate a $175,000 annue.

L’IVA e l’imposta sulle vendite
A livello federale non è prevista alcuna imposta sul valore aggiunto.
L’imposta sulle vendite (Sales Tax), invece, è un’imposta di livello statale e comunale. Sono gli Stati e i Comuni a stabilire le regole su aliquote e determinazione della base imponibile.
In generale, l’imposta sulle vendite si applica sulla quantità di beni venduti al consumatore finale.

 

 

Trattato contro le doppie imposizioni con l’Italia

Al fine di eliminare o ridurre il problema delle doppie imposizioni, gli Stati Uniti e l’Italia hanno stipulato un trattato, nel 1984, per regolare l’esercizio della potestà impositiva. Tale trattato è stato sostituito dalla nuova convenzione, firmata a Washington, il 25 agosto 1999, e ratificata, con la Legge n. 20 del 3 marzo 2009. Per effetto delle nuove disposizioni i rapporti commerciali/finanziari tra i due paesi risultano più agevoli da un punto di vista impositivo.

Altri accordi sono in essere tra i due paesi, tra essi vale la pena di ricordare la convenzione, siglata nel marzo del 1955, a Washington, successivamente ratificata con la Legge n. 943/1956, volta ad evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sulle successioni.

Infine, l’accordo, del gennaio 2014, per l’attuazione di FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act), sulla trasparenza fiscale e sullo scambio automatico di informazioni di natura finanziaria tra le autorità fiscali dei due Paesi. La cooperazione riguarda, in particolare, i conti detenuti in Italia da cittadini e residenti americani e viceversa, al fine di rendere più efficace la lotta all’evasione.

 

 

 

Le materie prime critiche e strategiche nel parere della Commissione trasformazioni industriali del CESE.

 

Dopo un intenso dibattito la Commissione consultiva per le trasformazioni industriali del CESE ha approvato all’unanimità un parere sulle materie prime critiche (CCMI/211), che contiene vari emendamenti al regolamento proposto dalla Commissione europea il 16 marzo scorso.

Predisposto dal suo relatore, il Prof. Maurizio Mensi, rappresentante della CIU-Unionquadri, il parere CESE sarà adottato in via definitiva dalla Plenaria a luglio. Si tratta di un parere importante sia nel metodo, perché prevede per la prima volta un nuovo format per i pareri CESE, con emendamenti puntuali al testo della Commissione, e nel merito, data la rilevanza del tema in questione.

Il parere ha ad oggetto la proposta di regolamento, presentato dalla Commissione europea insieme ad una comunicazione, che contiene una serie di misure per garantire all’Europa l’accesso alle materie prime critiche e strategiche. L’obiettivo è diversificare l’offerta dei materiali necessari per realizzare la transizione verde e digitale è la proposta identifica i materiali fondamentali per gli interessi strategici europei e indica come sovvenzionare la produzione, la lavorazione e le riserve di stoccaggio strategico di questi materiali in Europa. Si inserisce nella rinnovata politica industriale dell’UE, annunciata dal presidente della Commissione von der Leyen a dicembre per sostenere le imprese nel contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Sostenere le capacità nazionali e a rafforzare le catene di approvvigionamento delle materie prime critiche nell’UE, che dipende dalle importazioni (in prevalenza da Cina e Russia) per oltre il 75 % del suo fabbisogno, è indispensabile per consentire all’UE di rimediare alla sua vulnerabilità sul piano strategico e alla debolezza del suo sistema industriale. La cosa è ancor più preoccupante se si tiene presente che secondo i dati OCSE (Global Material Resources Outlook to 2060), l’impiego di materie prime, e in particolare l’impiego dei metalli, dovrebbe quasi raddoppiare entro il 2060.

Si consideri inoltre che nell’UE il settore delle materie prime fornisce direttamente circa 350 mila posti di lavoro e oltre 30 milioni nel comparto manifatturiero dipendono da un accesso affidabile alle materie prime minerali. Secondo l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), garantire all’UE un approvvigionamento sostenibile di materie prime e materiali avanzati richiederà poi oltre 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030.

Ecco perché “sarà importante che la normativa sulle materie prime critiche sia allineata alle politiche sociali dell’UE – rileva la CIU Unionquadri, presente al CNEL in rappresentanza dei quadri e delle nuove professioni – “e sostenga gli sforzi di sviluppo delle capacità a livello degli Stati membri per potenziare la forza lavoro nelle catene di approvvigionamento delle materie prime critiche, nelle industrie estrattive, nella trasformazione e nel riciclo”.

Al riguardo è fondamentale sostenere l’istruzione e lo sviluppo di competenze nel mondo accademico, ma anche sforzarsi di sviluppare le capacità nell’industria delle materie prime e nelle pubbliche amministrazioni degli Stati membri con misure mirate agli operatori del settore e al personale di tali servizi. “Tale obiettivo – rileva il Prof. Maurizio Mensi, relatore del parere – “potrebbe essere conseguito attraverso la creazione di nuove strutture specifiche o il sostegno di quelle eventualmente esistenti a supporto dell’istruzione superiore e della formazione professionale, nonché di riqualificazione e miglioramento della qualità dell’attuale forza lavoro dell’UE”. Infine, andrebbero profusi maggiori sforzi per sostenere l’apprendimento e promuovere il trasferimento di tecnologie tra mondo accademico, industria e organismi di ricerca.

Prof. Maurizio Mensi Consigliere al CESE per CIU Unionquadri.

 

Intense debate on ” ” (CRMs), chaired by Pietro De Lotto, President of the EESC’s Consultative Commission on Industrial Change (CCMI), at the 8th meeting of the – , with the participation of prestigious representatives of African countries.

I had the pleasure of opening the discussion as rapporteur for the ongoing .

It emerged that:

– Critical raw materials are indispensable for the EU’s green and digital transition and for key sectors such as Net-Zero industry, digital, space and defence.

– As the use of raw materials will double by 2060, according to the OECD, there is a need to support national capacities and strengthen supply chains to address the EU’s strategic vulnerability by strengthening its industrial system

– Increased sustainable production, extraction and trade of CRMs must be accompanied by compliance with high environmental & social standards

– New strategic partnerships are needed (such as the one signed with Namibia in November 2022), investments focused on training & skills to be developed directly in African countries, enhanced EU engagement to promote good governance and regional stability

#criticalrawmaterials
#sustainabledevelopment
#strategicpartnerships
#supplychains
#trainingandskills
#environmentalandsocialstandards

Intenso dibattito sulle “Materie prime critiche” (CRM), presieduto da Pietro De Lotto, presidente della commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) del CESE, in occasione dell’8ª riunione della rete di attori economici e sociali UE-Africa, con la partecipazione di prestigiosi rappresentanti dei paesi africani. Ho avuto il piacere di aprire la discussione in qualità di relatore per il parere del CESE sui CRM. È emerso che: – Le materie prime essenziali sono indispensabili per la transizione verde e digitale dell’UE e per settori chiave come l’industria a zero emissioni nette, il digitale, lo spazio e la difesa. – Poiché l’uso delle materie prime raddoppierà entro il 2060, secondo l’OCSE, è necessario sostenere le capacità nazionali e rafforzare le catene di approvvigionamento per affrontare la vulnerabilità strategica dell’UE rafforzando il suo sistema industriale – L’aumento della produzione, dell’estrazione e del commercio sostenibili di CRM deve essere accompagnato dal rispetto di elevati standard ambientali e sociali – Sono necessari nuovi partenariati strategici (come quello firmato con la Namibia nel novembre 2022), investimenti incentrati sulla formazione e sulle competenze da sviluppare direttamente nei paesi africani, un maggiore impegno dell’UE per promuovere il buon governo e la stabilità regionale.   #criticalrawmaterials #sustainabledevelopment #strategicpartnerships #supplychains #trainingandskills #environmentalandsocialstandards

Notizia dal nostro rappresentante CIU Unionquadri al CESE – Prof. Maurizio Mensi.

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Nuove norme per l’IA: come promuovere l’etica nell’era della tecnologia avanzata.

Vietare l’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) per sorvegliare i cittadini dell’Unione europea, attraverso l’uso di sistemi biometrici, riconoscimento delle emozioni o per mezzo di pratiche di “polizia predittiva”. Ma non soltanto: nuove regole per ridurre i rischi dell’innovazione “spinta”, proibito influenzare gli elettori durante le competizioni elettorali utilizzando gli algoritmi, maggiore trasparenza per i sistemi di IA generativa come ChatGPT.

 

Questo, in estrema sintesi, la posizione negoziale del Parlamento europeo sulla legge “Intelligenza Artificiale”, con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni. Un percorso, quello della Plenaria di Strasburgo, orientato a mettere nero su bianco norme volte a proteggere salute, sicurezza, diritti fondamentali e democrazia.

 

Con l’avvento dell’Intelligenza artificiale, viviamo in un’epoca di profonde trasformazioni nel mondo del lavoro. L’IA offre nuove opportunità e soluzioni innovative che possono migliorare l’efficienza, la produttività e la qualità dei cicli produttivi. Tuttavia, è fondamentale affrontare queste trasformazioni con cautela e garantire che l’introduzione dell’IA nella quotidianità avvenga in modo responsabile ed equo” ha dichiarato il Presidente nazionale di CIU-Unionquadri, Gabriella Àncora, Confederazione sindacale che tutela i quadri nel settore privato e pubblico, ma anche i ricercatori, i professionisti dipendenti ed il mondo delle professioni intellettuali, presente al CNEL e al Comitato Economico e Sociale Europeo – CESE.

 

Particolare attenzione, da parte del Parlamento UE, è stata posta poi sui sistemi di IA generativa – ChatGPT ne è solo un esempio – al fine di mettere in guardia gli utenti dalla manipolazione di contenuti audio, video o immagini che sembrano del tutto autentici, ma in realtà realizzati da una macchina. La versione ultima del regolamento sottolinea che anche i sistemi di IA generativa saranno obbligati a rispettare i requisiti di trasparenza e correttezza e, per farlo, saranno tenuti a pubblicare una dichiarazione nella quale dovrà inequivocabilmente emergere che quei contenuti sono stati generati grazie all’aiuto dell’Intelligenza artificiale, diminuendo in tal modo il rischio di inganno e sofisticazione.

 

Le ultime novità in tema di regolamentazione dei contenuti generativi vanno in linea con quanto annunciato recentemente dalla Commissione europea, ovvero l’invito rivolto alle piattaforme online di etichettare chiaramente il testo, le foto e altri contenuti generati da IA per non esporre il fianco agli inganni tecnologici”. “Non bastano purtroppo solamente gli accordi volontari nella lotta alla disinformazione, ma deve esserci la chiara pretesa da parte del legislatore europeo di poter accertare con sicurezza tali contenuti ed identificarli in modo chiaro. Se non si adottasse un tale approccio, sarebbe come riconoscere implicitamente il diritto di parola e la libertà di pensiero alle macchine”.

 

Tra gli ulteriori divieti presenti nel nuovo Regolamento figura lo stop a tutti i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (ad esempio genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico), i sistemi di polizia predittiva (basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati), i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d’istruzione. Non ultimo, il veto all’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).