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Elaborazione del Centro Studi CIU Unionquadri – Assegnazione di sede ex articolo 33 legge 104/92: la giurisdizione è del Giudice ordinario.

Il TAR del Lazio con la sentenza n.17673/2023 conferma l’indirizzo della Corte di Cassazione – Cassazione Civile Sezioni Unite 9.6.2021 n.16086 – che ha ritenuto come in tema di assegnazione della sede di lavoro presso una amministrazione pubblica (all’esito della procedura concorsuale per l’assunzione in servizio), intervenuta con contratto stipulato successivamente al 30 giugno 1998, deve riconoscersi – stante il carattere generale della giurisdizione del giudice ordinario in relazione ai rapporti di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche (art. 63, comma 1, del d.lgs. n. 165 del 2001), a fronte del quale la perpetuazione della giurisdizione del giudice amministrativo (prevista dal comma 4 dello stesso art. 63) riveste una portata limitata ed eccezionale – la giurisdizione del giudice ordinario nella controversia in cui, sul presupposto della definitività della graduatoria e senza in alcun modo censurare lo svolgimento del concorso ed il relativo atto finale, si faccia valere, in base all’art. 33, comma 5, della l. n. 104 del 1992, il diritto – che sorge con l’assunzione al lavoro e, dunque, in un momento successivo all’esaurimento della procedura concorsuale – alla scelta della sede di lavoro più vicina al proprio domicilio.

Il TAR del Lazio adeguandosi a questo indirizzo ha affrontato lo specifico tema dell’assegnazione della sede di servizio al vincitore di concorso titolare dei benefici di cui alla legge 104/1992. l’Organo giurisdizionale amministrativo precisa che “con l’approvazione della graduatoria definitiva si è chiusa la fase procedimentale amministrativa, soggetta alla giurisdizione del Giudice amministrativo, ed è iniziata la fase relativa all’immissione in servizio soggetta alla giurisdizione del Giudice ordinario”. Dopo la fase dell’approvazione della graduatoria si apre la fase esecutiva nella quale si configurano attività che attengono allo svolgimento privatistico del rapporto di lavoro (TAR Lazio, Roma I-quater, 28 marzo 2023, n. 5322, Cons di Stato, V sezione; 21 novembre 2014) e nel cui contesto i comportamenti e le determinazioni dell’Amministrazione sono espressione del potere negoziale che la stessa esercita nella veste e con la capacità del privato datore di lavoro. Il quadro normativo consente di affermare che in tema di lavoro pubblico la giurisdizione del giudice ordinario costituisce ormai la regola e quella del giudice amministrativo l’eccezione.

Fabio Petracci

Notizia dal CESE – Prof. Maurizio Mensi CIU Unionquadri

A new ” ” to pre-assess each new legislation and policy initiative. This is the EESC’s proposal to the European Commission in opinion INT/1045, adopted in plenary on 17 January.

✔ Prepared by the Study Group which I chaired, at the request of the Belgian Presidency of the EU Council, it should ensure that any new regulation is not only future-proof and business-friendly but also supports and promotes innovation.

✔ Indeed, regulatory barriers resulting from overly complex rules or fragmented frameworks at the national level make it difficult to launch new projects, increasing costs and risks, especially for smaller companies and start-ups.

✔ Hence the EESC’s proposal for a ‘Stress Test’ based on 10 criteria, in line with the new European Innovation Agenda and the Better Regulation Agenda.

Here’s the opinion:
https://lnkd.in/dqmXhiwx

#innovationstresstest #innovation #regulatorybarriers #neweuropeaninnovationagenda #betterregulationagenda

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Una nuova “prova di stress europea sull’innovazione” per valutare preventivamente ogni nuova iniziativa legislativa e politica. È quanto il CESE propone alla Commissione europea nel parere INT/1045, adottato in Aula il 17 gennaio.

✔ Elaborata dal gruppo di studio che ho presieduto, su richiesta della Presidenza belga del Consiglio dell’UE, dovrebbe garantire che qualsiasi nuovo regolamento non solo sia adeguato alle esigenze future e favorevole alle imprese, ma sostenga e promuova anche l’innovazione.

✔ Infatti, gli ostacoli normativi derivanti da norme troppo complesse o da quadri frammentati a livello nazionale rendono difficile l’avvio di nuovi progetti, aumentando costi e rischi, soprattutto per le imprese più piccole e le start-up.

✔ Da qui la proposta del CESE di una «prova di stress» basata su 10 criteri, in linea con la nuova agenda europea per l’innovazione e l’agenda per legiferare meglio.

Ecco l’opinione:
https://lnkd.in/dqmXhiwx

#innovationstresstest #innovation #regulatorybarriers #neweuropeaninnovationagenda #betterregulationagenda

A LISBONA TERZA EDIZIONE PROGETTO ERASMUS SOCIETÀ CIVILI – Il CNEL presente con il Consigliere Francesco Riva – CIU Unionquadri

Si è svolta a Lisbona la terza edizione del Progetto Erasmus delle società civili organizzate, che vede impegnati i Consigli economici e sociali dei paesi membri Ue su temi strategici di forte impatto sociale. Due gli ambiti al centro dell’attenzione di questo incontro: autonomia strategica e reindustrializzazione; cambiamenti geopolitici.
Presente per il Cnel il consigliere Francesco Riva (CIU Unionquadri), intervenuto sulle sfide geopolitiche che l’Europa ha innanzi a sé, segnate da grande incertezza, estesa conflittualità bellica, ma anche aggressività economica e forte tensione sociale.

“Dobbiamo realizzare finalmente un ulteriore passo – ha affermato – nella direzione di quell’idea di ‘Stati Uniti d’Europa’ che nasce da Altiero Spinelli ed è richiamata da alti rappresentanti politici europei ed italiani: dalla Presidente della CE Ursula von der Leyen, alla Presidente della BCE Christine Lagarde, al Presidente francese Emmanuel Macron, al Governatore di Banca d’Italia Fabio Panetta e al suo predecessore Mario Draghi. Serve un progetto concreto in direzione del conseguimento di una difesa europea e di una unione europea fiscale, con emissione di obbligazioni che non siano una tantum e a carattere strettamente emergenziale, come sperimentato per fronteggiare l’emergenza sanitaria.  Questa è la sola risposta che l’Unione europea può dare alle sfide geopolitiche che abbiamo di fronte, la sola via per salvaguardare il modello sociale europeo”.
Riva non ha mancato di richiamare i molti temi su cui il Cnel è impegnato, tra i quali la necessità di uno stretto legame tra l’Erasmus dei giovani e quello delle società civili organizzate, perseguito attraverso la proposta di un disegno di legge sugli stili di vita e la salute, che ha visto la richiesta di condivisione dei presenti.

15 febbraio 2024 – Fondo Conoscenza – La nuova riforma fiscale e le nuove opportunità di investimento decreto legge 19 settembre 2023 n. 124 Zes – Unica

Fondo Conoscenza è sponsor di  “La nuova riforma fiscale e le nuove opportunità di investimento decreto legge 19 settembre 2023 n. 124 Zes – Unica”
L’evento si terrà giovedì : a Como, presso Sala “Spazio Diaz”.
Raffaele Modica, Direttore Generale del Fondo, interverrà per illustrare tutte le opportunità offerte dalla .
: inviare il modulo di partecipazione a consulenza.aziendale@mcconsultingcomo.com

È uscito il Bando Personale ATA per COLLABORATORI di Biblioteca a tempo indeterminato, ecco la domanda.

È uscito il Bando Personale ATA per COLLABORATORI di Biblioteca a tempo indeterminato, ecco la domanda.
CONCORSO PUBBLICO, PER TITOLI ED ESAMI, PER IL RECLUTAMENTO Dl N. 1 UNITA’ Dl PERSONALE COLLABORATORE Dl BIBLIOTECA A TEMPO PIENO E INDETERMINATO – AREA TERZA – CCNL COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA, SETTORE AFAM, DA DESTINARE ALLE ESIGENZE FUNZIONALI DEL CONSERVATORIO Dl MUSICA “LICINIO REFICE” DI FROSINONE.
Anno Accademico: 2023/2024
Tipologia Personale: ATA
Ruolo: Collaboratore
Nr Posti: 1
Data Scadenza Domanda: 07/03/2024 15:30

Requisiti generali di ammissione
Per l’ammissione al concorso è richiesto il possesso dei seguenti requisiti:
1. possesso di uno tra i seguenti titoli di studio:
Laurea Triennale (L) rilasciata ai sensi dell’art. 3 del D.M. 22.10.2004 n. 270, o titoli equiparati ai sensi
del Decreto Interministeriale del 09.07.2009, appartenente ad una delle seguenti classi:
i. Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda (L-03);
ii. Beni culturali (L-OI);
iii. Lettere (L-IO);
iv. Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali (L-43); – Diploma di Laurea conseguito secondo l’ordinamento precedente il D.M.
03.11.1999 n. 509, o titoli equiparati ai sensi del Decreto Interministeriale del 09.07.2009,
fra i seguenti:
1- Conservazione dei beni culturali;
2- Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo;
3- Lettere;
4- Musicologia;
5- Storia e conservazione dei beni culturali. – Diploma accademico di I livello in Discipline storiche, critiche e analitiche della
musica (DCPL15/A) o titolo equiparato.
Per i titoli di studio conseguiti all’estero è richiesta la dichiarazione di equipollenza ai sensi della vigente
normativa in materia, ovvero dichiarazione di avvio della richiesta di equipollenza al titolo di studio
richiesto dal bando secondo la procedura di cui all’art. 38 del D. Lgs. 165/2001. Il candidato è ammesso
alla selezione con riserva qualora il provvedimento di equipollenza non sia stato ancora emesso;
2. età non inferiore agli anni 18;
3. cittadinanza italiana (sono equiparati ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica),
ovvero cittadini di uno degli Stati dell’Unione Europea o di Paesi terzi che si trovino nelle condizioni di
cui all’art. 38, commi 1 e 3-bis, del D.Lgs. n. 165/2001; titolari di Carta Blu UE, ai sensi degli artt. 7 e 12
della Direttiva 2009/50/CE del Consiglio Europeo; familiari di cittadini italiani, ai sensi dell’art. 23 del
D.Lgs. n. 30/2007;
4. godimento dei diritti civili e politici;
5. idoneità fisica all’impiego. L’amministrazione ha facoltà di sottoporre a visita medica di controllo
il vincitore del concorso in base alla normativa vigente;
6. posizione regolare nei confronti dell’obbligo di leva per i cittadini soggetti a tale obbligo;
7. non aver riportato condanne penali, passate in giudicato, per reati che comportano l’interdizione
dai pubblici uffici.
Ai sensi dell’art. 3 del D.P.C.M. 7 febbraio 1994, n. 174, i cittadini degli Stati dell’Unione europea devono,
inoltre, possedere i seguenti requisiti:
a) godere dei diritti civili e politici anche negli Stati di appartenenza o di provenienza;
b) avere adeguata conoscenza della lingua italiana;
c) essere in possesso, fatta eccezione per la cittadinanza italiana, di tutti gli altri requisiti previsti per
i cittadini della Repubblica.

Per ulteriori informazioni visita il sito web ufficiale.

Camera, super concorso per 125 posti: stipendi fino a 240 mila euro all’anno (dopo 30 anni).

Posti ambitissimi, profili di alto standing a supporto delle attività di Montecitorio. Concorsi come questi non se vedevano da anni, dunque ecco spiegato il boom di domande, riporta il Messaggero. I due bandi della Camera dei Deputati sono stati pubblicati all’inizio di gennaio e per fare domanda c’è tempo fino al 26 febbraio. Il concorso per assegnare i 100 posti da assistente parlamentare è riservato ai diplomati: possono iscriversi i cittadini italiani con un’età non superiore a 40 anni e un diploma di istruzione secondaria di secondo grado.

La selezione per la Sna

Nei giorni scorsi è stato pubblicato sul portale inPA del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri anche il bando per l’ammissione di 116 allievi al decimo corso-concorso per dirigenti pubblici della Sna, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Che prevede la selezione tra i 116 ammessi di 97 dirigenti della Pubblica amministrazione, che saranno poi destinati alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ai ministeri e alle Agenzie e ad altri enti pubblici come Inail e Enac.

 I requisiti

Il limite di età per il Concorso alla Camera è fissato invece a 47 anni per accedere al concorso da consigliere ed è richiesta la laurea. Tuttavia, per i candidati già dipendenti della Camera dei Deputati non vale il requisito dell’età. L’esame per diventare assistente parlamentare prevede una prova preselettiva, due prove scritte e una orale. Salgono a sei le prove che un candidato deve superare per conquistare il posto da consigliere: una preselettiva, quattro scritte e una orale.

Le retribuzioni

Le retribuzioni (d’oro) di assistenti e consiglieri parlamentari della Camera dei deputati sono queste: i primi all’inizio guadagnano intorno ai 38 mila euro all’anno mentre i secondi circa 70 mila euro. Un consigliere parlamentare percepisce all’ingresso una retribuzione pari a 70mila euro annuali, che dopo 20 anni di servizio diventano più di 180 mila lordi e dopo 30 toccano quota 240 mila euro, sempre lordi.

Le mansioni

Gli assistenti parlamentari svolgono mansioni di vigilanza, tecniche e manuali. Garantiscono e presidiano l’apertura di Montecitorio, provvedono al controllo dei varchi e all’accoglienza dei visitatori, e assistono la presidenza, gli onorevoli e gli uffici durante lo svolgimento delle sedute, comprese quelle delle varie commissioni. I consiglieri invece dirigono gli uffici e le altre strutture in cui si articola la Camera, fornendo assistenza giuridica e tecnica agli eletti. Per candidarsi ai due concorsi in arrivo è necessario essere in possesso di un’identità digitale e di una Pec.

TITOLI DI ACCESSO GRADUATORIE ATA TERZA FASCIA DOPO LA SOTTOSCRIZIONE CCNL DEL 18 GENNAIO 2024 INCERTEZZA E CONFUSIONE.

Notizia dal CESE – Prof. Maurizio Mensi CIU Unionquadri

We are not like other EU bodies.

Our aim is to ensure that EU policies stay in touch with people’s realities.

That’s why our 329 members represent the interests of employers, workers, and several groups such as professional associations, youth organisations, environmental campaigners and consumers, to name a few.

Together, they help the other EU institutions to shape laws that are in tune with reality by reflecting the needs and concerns of EU citizens.

#EESC #EUCivilSociety

Non siamo come gli altri organi dell’Unione europea.

Il nostro obiettivo è garantire che le politiche dell’UE rimangano in contatto con le realtà dei cittadini.

Ecco perché i nostri 329 membri rappresentano gli interessi dei datori di lavoro, dei lavoratori e di diversi gruppi come le associazioni professionali, le organizzazioni giovanili, gli attivisti ambientali e i consumatori, solo per citarne alcuni.

Insieme, aiutano le altre istituzioni dell’UE a elaborare leggi in sintonia con la realtà, riflettendo le esigenze e le preoccupazioni dei cittadini dell’UE.

#EESC #EUCivilSociety

Come governare l’IA per non restarne vittime. Parla Maurizio Mensi.

L’Intelligenza Artificiale presenta tante opportunità quanti rischi e sempre più attori chiedono una regolamentazione elaborata affinché le prime possano superare di gran lunga i secondi. Formiche.net ne ha parlato con Maurizio Mensi, professore di Diritto dell’economia alla Scuola nazionale dell’amministrazione e direttore del Laboratorio LawLab Luiss

L’analisi costi-benefici dell’Intelligenza Artificiale va avanti. Dal World Economic Forum di Davos, il ceo di OpenAI Sam Altman è tornato a parlare di un’Agenzia internazionale per governare l’IA, così da poterla sfruttare in modo del tutto sicuro. Delle possibili devianze tecnologiche hanno discusso anche il fondatore di Microsoft e tra i maggiori esperti in materia, Bill Gates, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il loro faccia a faccia a Palazzo Chigi. A cui ha preso parte, in qualità di presidente del Comitato per l’Intelligenza artificiale istituito dal governo, padre Paolo Benanti, che poco prima aveva avvertito delle conseguenze nefaste dell’IA sul mondo del giornalismo. Di tutto questo, Formiche.net ne ha discusso con Maurizio Mensi, professore di Diritto dell’economia alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione e direttore del Laboratorio LawLab Luiss, Consigliere CESE a Bruxelles per CIU – Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali.

Da Davos Sam Altman è tornato a parlare dell’urgenza di regolamentare l’IA. E ha di nuovo paragonato l’intelligenza artificiale all’atomica. Prima che quest’ultima venisse regolata c’è tuttavia voluto un evento come il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki. Crede che per capire l’importanza di un’Agenzia internazionale anche per l’IA serva un punto di rottura così forte?

Direi di mettere da parte i toni apocalittici per ragionare su quello che occorre fare, vale a dire stabilire con celerità un quadro di regole condivise e assicurare all’IA una governance adeguata. Per quanto riguarda le prime, quello che sta emergendo come soluzione ottimale a livello internazionale, fra le indicazioni contenute nell’Executive Order della Casa Bianca del 30 ottobre 2023 e quelle nel regolamento europeo di prossima adozione, è una miscela di intervento pubblico e privato. Servono insomma regole giuridiche insieme a quelle deontologiche ed etiche, queste ultime necessarie soprattutto per orientare la ricerca. Occorre infatti garantire che l’IA sia affidabile, spiegabile, tracciabile, trasparente e inclusiva.

Come ci si riesce?

Naturalmente bisogna procedere con cautela, perché ogni nuova regola comporta un costo. È necessario verificare che sia “future proof” e “business friendly”, favorisca la competitività e non la deprima. Di questo pare peraltro sia consapevole l’Unione europea, alla luce dell’“Innovation stress test” che l’attuale presidenza belga sembra intenzionata ad introdurre, ai fini della verifica di impatto preliminare. Quello che Altman evidenzia è inoltre la necessità di una governance adeguata per orientare e favorire lo sviluppo dell’IA. Dato il suo carattere globale, tale fenomeno deve essere affrontato ad un livello adeguato, quello internazionale, con un’apposita sede multilaterale in grado di stabilire standard condivisi.

Il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato che, come le altre rivoluzioni tecnologiche, anche quella dell’IA rischia di ingigantire le disuguaglianze. Esiste un modo per far sì che i suoi benefici vengano distribuiti equamente?

La globalizzazione dei sistemi economici espone i singoli Paesi a forti asimmetrie nei costi e nei benefici della regolazione delle applicazioni dell’IA in molti ambiti. Siamo di fronte a diversi paradigmi normativi, radicati in differenti valori e incentivi. Se il modello europeo è basato sui diritti, quello statunitense è fondato sul mercato e l’autoregolamentazione delle Big Tech, mentre in Cina – che può contare su investimenti illimitati e la disponibilità di ingenti quantità di dati, anche personali, raccolti a prescindere dal rispetto della normativa sulla privacy – l’IA diventa strumento di censura, sorveglianza e propaganda.

E l’Europa?

Ha una fondamentale funzione propulsiva e di guida. Quello che sta delineando con l’AI Act è un modello di riferimento, come è avvenuto nel 2016 con il regolamento sulla protezione dei dati personali. Ritengo che un sistema basato su trasparenza e responsabilità, per esempio stabilendo modalità condivise per la diffusione dei testi generati dall’IA, così come fanno i supermercati e le farmacie che mettono in vendita solo articoli con etichette che indicano la loro composizione e provenienza, possa contribuire a ridurre i rischi di discriminazione creati dall’IA e trovare il giusto equilibrio tra benefici e svantaggi.

Bill Gates è stato a Palazzo Chigi per discutere con Giorgia Meloni dei rischi dell’IA. A suo modo di vedere, quali sono i maggiori?

I chatbot basati sull’IA presentano il rischio di diffondere disinformazione e manipolare utenti per sottrarre loro informazioni personali. In tal senso i rischi possono essere sia materiali (con ricadute sulla salute e sicurezza delle persone, perdita di vite umane o danni patrimoniali) sia immateriali (privazioni della privacy, restrizioni alla libertà di espressione, nocumenti alla dignità umana o discriminazioni, per esempio nell’accesso all’occupazione). Ma soprattutto i sistemi di IA possono incidere sui meccanismi di formazione del consenso e sull’opinione pubblica in generale, arrecando pregiudizio alla stessa democrazia. Le fake news intorno alle elezioni presidenziali Usa del 2016 e lo scandalo Cambridge Analytica/Facebook sulla scia del referendum sulla Brexit mostrano gli impatti potenziali della tecnologia alimentata dall’IA sulla libera informazione e sui risultati delle consultazioni elettorali. Man mano che i modelli di intelligenza artificiale diventano più avanzati, le immagini che creano sono sempre più difficili da distinguere da quelle reali, rendendo difficile capire cosa sia vero. Se le immagini che ritraggono stereotipi amplificati di razza e genere dovessero rientrare nei modelli futuri come dati di addestramento, i modelli di IA di prossima generazione potrebbero creare un effetto a valanga di pregiudizi con delicate implicazioni per la società.

In base alle nuove regole europee, infatti, sono banditi i sistemi di IA che sfruttano le vulnerabilità delle persone, così come è vietata la polizia predittiva e il riconoscimento facciale in tempo reale negli spazi pubblici.

A ciò si aggiunga anche un tema di libertà e sovranità economica: specie per le applicazioni AI cc.dd. generative è necessario avere accesso ad alcuni input (in primis i dati). Come nota il “G7 Digital Competition Communiqué” adottato dalle autorità antitrust dei Paesi lo scorso novembre c’è il rischio che l’accesso e il controllo di questi input finisca in poche mani, creando situazioni di concentrazione economica ancora superiori rispetto quanto già esiste nel digitale con le note GAFAs (Google, Amazon, Facebook e Apple). D’altro canto, l’incremento della partecipazione di Microsoft in ChatGPT ha già destato attenzione a livello antitrust. Ciò detto, non penso che l’incontro a Palazzo Chigi abbia riguardato solo i rischi e gli aspetti negativi, ma si concentri soprattutto sui benefici che l’AI sarà in grado di apportare e le sinergie che potranno emergere da un proficuo ed equilibrato rapporto pubblico-privato.

Come si sta muovendo il governo sull’intelligenza artificiale?

Trovo importante che il governo abbia messo l’IA al centro del suo programma di presidenza del G7, a dimostrazione della consapevolezza delle rilevanti implicazioni del fenomeno e della necessità di affrontarlo nel modo più adeguato. Molto positiva la strategia industriale che sta delineando, volta a valorizzare le imprese nazionali e le startup, così da allineare il nostro Paese alle best practice a livello Ue (Francia, Germania e Spagna, che ha istituito nell’agosto 2023 un’agenzia dedicata all’IA), con un fondo di venture capital potenziato nelle sue disponibilità in grado di sostenere lo sviluppo delle imprese nazionali. Al riguardo, mi pare molto opportuno il dialogo avviato con le Big Tech, che sono i principali attori dell’IA. Sarà importante al riguardo aumentare gli investimenti nell’istruzione e nella formazione, che dovrà essere adattata allo sviluppo e alla ricerca legata all’IA, affrontando al contempo le delicate questioni relative alla proprietà intellettuale per proteggere il diritto d’autore e le opere dell’ingegno. In tal senso spunti interessanti si trovano nel Rapporto di aggiornamento del Piano strategico nazionale di ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale Usa per il 2023, che ha rilanciato una strategia basata su formazione, hardware (semiconduttori, microchip) e investimenti all’innovazione con il coinvolgimento di partner industriali, mondo accademico e società civile.

Padre Paolo Benanti ha evidenziato la necessità di salvaguardare la figura del giornalista. Crede che l’IA sia un rischio per il giornalismo o può rappresentare un valore aggiunto?

Il giornalismo di qualità sarà rafforzato, non penalizzato, dalla diffusione dell’IA, i cui sistemi possono certamente assemblare notizie in modo rapido e sistematico. Ma nessun sistema di IA è in grado di fornire riflessioni, analisi e osservazioni critiche basate su sentimenti e coscienza, il “colore dell’intelligenza” secondo la filosofa Nussbaum. Ecco perché se si ritiene che compito precipuo e qualificante del giornalista sia quello di fornire al lettore valore aggiunto sotto forma di valutazioni e commenti, penso non via sia nulla da temere. Occorre peraltro garantire che le varie fonti informative siano affidabili e accurate. Al riguardo, l’Executive Order degli Stati Uniti di fine ottobre propone per le agenzie governative un sistema innovativo per identificare ed etichettare i contenuti prodotti dall’IA.

di Lorenzo Santucci