LO STATUTO DEI LAVORATORI COMPIE 50 ANNI COSA NE PENSA CIU UNIONQUADRI ASSOCIAZIONE DEI QUADRI DEI PROFESSIONISTI E DEI RICERCATORI.

Presso il CNEL istituzione di cui CIU UNIONQUADRI fa parte, si è tenuto di recente il webinar “Statuto dei Lavoratori e futuro delle Relazioni di Lavoro”. Di rilevante interesse ed importanza è stato tra gli altri l’intervento del presidente del CNEL Tiziano Treu che in apertura del webinar ha sottolineato come lo Statuto dei Lavoratori rappresenta la legge che ha introdotto nel mondo del lavoro i diritti costituzionali.

Egli ha ribadito come esso sia divenuto patrimonio comune della nostra cultura, anche di fronte ad un ormai chiara frammentazione sia del lavoro che dell’impresa che impone riflessioni a tutto campo per costruire dei percorsi che attualizzino i principi dello Statuto in questo nuovo contesto.

Nell’ambito di queste riflessioni è emersa ancora una volta la necessità di estendere i diritti sanciti dallo Statuto oltre le forme del lavoro tradizionale.

È stata inoltre sottolineata l’importanza del diritto alla formazione come elemento fondamentale per sorreggere il lavoro nel reggere le sfide tecnologiche del futuro.

In tale intento è stata ritenuta di primaria importanza la partecipazione anche dei singoli lavoratori che non possono essere lasciati soli nell’impresa del futuro.

Notazioni queste fondamentali che la nostra associazione fa proprie completandole con alcuni concetti che riconducono alla nostra missione.

Partiremo dal ruolo della formazione ben messo in evidenza dal Presidente del CNEL.

Riteniamo come in funzione dei rapidi mutamenti cui si appresta il mondo del lavoro, vadano attentamente valorizzate le competenze professionali e la relativa formazione mediante l’inclusione della professionalità della sua spendita e della sua manutenzione nell’oggetto del contratto di lavoro.

In tal modo risulta importante la certificazione delle competenze per ciascun lavoratore.

In ragione di un tanto, l’inclusione della professionalità raggiunta nel concetto di scambio e di evoluzione del contratto di lavoro, consentirebbe un rapido accesso al mercato stesso.

In un contesto di grande specializzazione ed in ragione della sempre maggiore complessità del mondo del lavoro, occorre inoltre assolutamente evitare sistemi rigidi di rappresentanza.

Va inoltre considerata l’esistenza di istanze di rappresentatività dei nuovi lavori che non sempre possono trovare soddisfazione nel sindacalismo confederale identificato con le sole categorie merceologiche.

Le garanzie statutarie in quanto compatibili, dovrebbero estendersi inoltre a tutte le forme di lavoro. Si potrebbe così parlare di uno Statuto del Lavoro.

La complessità del lavoro destinato a perdere i connotati di massificazione di fronte ad una sempre più spinta personalizzazione, oltre ad indurre, come già sottolineato all’individuazione di nuovi concetti di rappresentanza, induce ad una riflessione su di un tema legato al lavoratore come persona.

Esso è costituito anche e non secondariamente dal diritto al maggior benessere possibile nell’ambito del lavoro.

Si auspica così che nell’ambito dei diritti fondamentali del lavoratore venga maggiormente valutato il diritto al benessere morale ed organizzativo considerando così ogni fattore ingiustificato di stress e di malessere ed ogni grave problema connesso a diffusa mancanza di organizzazione, oltre alle discriminazioni di ogni tipo.

In tal modo, il primo vantaggio deriverebbe alle aziende che non assisteranno più allo spreco ingiustificato di risorse e professionalità per cattiva gestione del personale o cattiva organizzazione.

Dunque, uno statuto universale di ogni individuo lavoratore che ne delinei i tratti fondamentali.