Commenti del Presidente del CNEL, Tiziano Treu, sull’attività del CNEL 2020 e sugli scenari futuri.

2021, il lavoro è una polveriera – Appello di Treu: “Investire subito”.

1 GENNAIO 2021  Sergio Luciano DI SERGIO LUCIANO
 “La situazione del mercato del lavoro in Italia è diventata molto critica e potrebbe esplodere da un momento all’altro. Nei primi mesi del 2021 bisogna definire velocemente le politiche necessarie ad attenuare l’impatto delle scadenze della cassa integrazione Covid e di quella in deroga, il blocco dei licenziamenti e gli effetti di quota 100 che si aggiungono ai contratti scaduti (poco più di 10 milioni di lavoratori dipendenti, pari al 77% del totale, risultano in attesa di vedere rinnovato il proprio contratto di lavoro) e gli effetti della crisi che, secondo gli ultimi dati, hanno fatto aumentare la disoccupazione giovanile salita al 30,3% e quella femminile. Fatti 100 gli investimenti in innovazione, di cui si parla nei progetti del Recovery plan, bisogna prevederne 101 per quelli in formazione, welfare, politiche di genere e sociale”.

Ad affermarlo è il presidente del Cnel Tiziano Treu, che commenta i dati sull’attività del Consiglio nazionale economia e lavoro nel 2020 e svolge un’analisi sugli scenari futuri.

“L’anno difficilissimo che si chiude ha visto un rinnovato impegno del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro nella vita politica e istituzionale attraverso un’intensa attività consultiva e normativa, supportata da una sistematica attività di ascolto e confronto delle forze sociali e produttive e dei cittadini, attraverso le consultazioni pubbliche, accompagnata da una significativa attività istruttoria portata avanti con le risorse interne ma anche avvalendosi di società specializzate e esperti esterni. La pandemia, dunque, non ha fermato il lavoro del Cnel che sin dai primi giorni del lockdown e a tutt’oggi prosegue nell’espletamento delle sue attribuzioni costituzionali e normative attraverso piattaforme digitali e in smart working”, aggiunge Treu.

Sono state 16 le audizioni parlamentari in cui il Cnel è stato interpellato dalle commissioni competenti sui principali provvedimenti del 2020, 45 gli atti ufficiali prodotti tra disegni di legge, documenti di osservazioni e proposte e pareri, frutto di 69 riunioni delle commissioni del Cnel con la partecipazione di tutte le forze sociali che vi sono rappresentate. A questi si aggiungono 5 tra Rapporti e relazioni e tra cui il Rapporto sul Mercato del lavoro e la contrattazione, la cui nuova edizione sarà presentata il 12 gennaio 2021 con il Ministro Nunzia Catalfo e la Relazione sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali a cittadini e imprese.

Inoltre, si segnala l’attività sugli stress test riguardanti il modo in cui i vari settori economici hanno reagito alla crisi. I test, avviati a marzo, andranno avanti anche nel 2021. Per valutare gli impatti della pandemia e della crisi prodotta dall’emergenza sanitaria il Cnel ha avviato ben 5 gruppi di lavoro su altrettanti temi strategici per l’economia italiana che si sono riuniti ben 36 volte: logistica, turismo, agricoltura, sanità e istruzione e formazione.

“Siamo di fronte a un cambiamento epocale, strutturale, del lavoro, dopo una fase di prova che abbiamo visto nel 2020. La novità più grande è che il lavoro a distanza di diffonderà moltissimo sia nel settore pubblico che nel settore privato. La domanda da porsi non è se il lavoro agile continuerà o no, ma come riuscire a sfruttarne al meglio le potenzialità e come conciliare lo smart working con la vita privata e la connessione tra il lavoro e la salute. I primi mesi del 2021 rappresenteranno il tempo delle scelte, scelte che saranno determinanti per l’Italia del futuro. Il Governo, finora, ha scelto di limitare i danni, di proteggere le persone. Cose che hanno fatto un po’ tutti i Paesi. Il problema ora è capire cosa fare domani e dopo-domani. La gestione della crisi non basta più, serve cambiare passo subito, con un occhio particolare ai giovani e alle donne. Benessere e posti di lavoro non si creano per decreto ma si fanno con la crescita e con lo sviluppo sostenibile”, conclude Treu.