Inaugurato il nuovo Centro di Ascolto per il Benessere Lavorativo atto a favorire una cultura del Ben-Essere nei luoghi di lavoro.

 

Trieste – E’ stato presentato stamattina, giovedì 23 novembre a Trieste in via del Coroneo 5, sede del Centro Studi “Corrado Rossitto” di CIU Unionquadri che con Unipromos e il patronato ENAS l’ha istituito, il nuovo Centro di Ascolto per il benessere lavorativo ha l’intento di favorire una cultura del Ben-Essere nei luoghi di lavoro attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione delle figure manageriali sul benessere lavorativo e sugli indicatori per comprendere se la comunità aziendale gode di buona salute, oltre a promuovere iniziative di prevenzione e sostegno a favore delle lavoratrici e dei lavoratori che si ritengono colpiti da azioni e comportamenti discriminatori e vessatori protratti nel tempo, anche legati a differenze di genere, orientamento sessuale, età, stato di salute, credo religioso, cultura, opinioni politiche e provenienza geografiche. Inoltre offrire consulenze specifiche per ogni tipologia di disagio vissuto, dallo straining al di-stress, dal burnout alle molestie sessuali, dal whistleblowing al mobbing

Il Centro, che nasce da un approccio privatistico in una cornice sociale, sarà aperto il lunedì e il martedì dalle 10 alle 18 con orario continuato a partire dal 4 dicembre; è dedicato a tutti coloro che stanno affrontando un’esperienza problematica nel proprio ambiente di lavoro e opererà su due piani complementari tra loro: da un lato, offrire un percorso gratuito e in totale anonimato per analizzare la tipologia di malessere denunciato e offrire una consulenza da un punto di vista legale, medico, psicologico e di genere; dall’altro, lavorare sulle cause che possono generare un clima lavorativo tossico, situazioni conflittuali e di sofferenza psicofisica, spesso infortuni sul lavoro.

La presentazione è stata aperta dall’avvocato Fabio Petracci, presidente del Centro studi “Corrado Rossitto” e padrone di casa, che ha sottolineato l’impegno a lavorare per il benessere aziendale e per contrastare il conflitto malato, non certo il conflitto sano, quello che chiede progressioni di carriera, aumento dei salari, miglioramento delle condizioni lavorative.

Gerarda Urciuoli, coordinatrice del Centro Benessere Lavorativo, forte di dieci anni di attività – dal 2008 al 2018 – con il Centro Mobbing della Regione, ha illustrato le modalità di lavoro e presentato il team che la affiancherà e che sarà composto da Sandra Racchi, avvocata, Marco Pesce, medico del lavoro, e Gabriella Taddeo, esperta di discriminazioni di genere.

«Dobbiamo lavorare per creare comunità lavorative» ha detto Urciuoli «perché da soli si va veloci, ma insieme si va lontano. È importante comprendere che il benessere economico e lavorativo passa dal benessere personale, che non è semplicemente assenza di malattia. Il primo passo da fare è individuare le diverse tipologie di disagio, per poter orientare correttamente le persone; lavoreremo attraverso strumenti pratici per mettere insieme figure apicali e lavoratori e lavoratrici.»

Su questo aspetto ha insistito anche Marco Ancora, responsabile nazionale Dipartimento Cultura CIU Unionquadri, che ha definito i quadri una cerniera tra datore di lavoro e lavoratori: «Questo è il primo centro di ascolto che promuoviamo in Italia e auspichiamo che diventi un modello da esportare in un momento caratterizzato da profondi cambiamenti dovuti alla transizione digitale, che mette a rischio la tutela delle competenze, e dalle grandi dimissioni.»
Non sono mancati i saluti istituzionali di Francesco Riva, consigliere del CNEL in rappresentanza di CIU Unionquadri-Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali, che pur da remoto ha voluto portare il suo augurio di buon lavoro, ricordando che chi non lavora serenamente può anche incorrere in infortuni.

Infine c’è stato l’intervento di Luca Cefisi, direttore nazionale di Unipromos, ente del Terzo settore che lavora per disseminare buone prassi e sostenere le piccole aziende, che non hanno tempo e risorse per impegnarsi su questo fronte. «Siamo contenti di sostenere questa nuova sfida a Trieste, dove fino ad oggi non eravamo presenti, e speriamo di radicarci sempre di più nel territorio regionale.»

Riferimento al sito https://www.centrostudirossitto.it/centro-di-ascolto-per-il-benessere-lavorativo/

PENSAMI – SIMULATORE SCENARI PENSIONISTICI.

LA CONSULENZA PENSIONISTICA FAI DATE

È online la nuova versione del servizio Pensami – pensione a misura, il simulatore ideato per fornire una consulenza pensionistica “fai da te” e per conoscere quando e come andare in pensione cumulando tutta la contribuzione.

Pensami” permette all’utente, senza autenticazione e rispondendo a poche domande, di conoscere le principali prestazioni pensionistiche a cui potrebbe aver diritto, la data dalla quale potrebbe accedere alla pensione, le modalità di calcolo applicate e alcuni istituti per anticipare l’accesso alla pensione.

Il simulatore pensionistico dell’INPS Pensami arriva sull’app dopo lo sbarco sul portale. Il servizio è disponile sull’app ufficiale INPS sia per Android che per sistema Ios di Apple. Si può accedere in modo anonimo e senza autenticazione.

La nuova versione del servizio “Pensami” è raggiungibile dal sito internet dell’Istituto (www.inps.it) attraverso il seguente percorso dalla homepage: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Pensami – Simulatore scenari pensionistici”.

Al seguente link, https://youtu.be/nKqlSkupFNI, è possibile visualizzare il video di presentazione del servizi

Il simulatore consente anche di scoprire se, avvalendosi di alcuni istituti (riscatto laurea, periodi esteri, maternità, ecc.), si può anticipare l’accesso alla pensione e può essere uno strumento utile per conoscere il sistema previdenziale italiano.

Inoltre, “Pensami” sarà aggiornato rispetto alle ultime novità previste dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023).

È stato, infine, programmato il prossimo rilascio di una versione app dell’applicativo per dispositivi mobili.

CIU UNIONQUADRI E UNIPROMOS – PRESENTAZIONE DEL NUOVO CENTRO DI ASCOLTO PER IL BENESSERE LAVORATIVO

CIU UNIONQUADRI E UNIPROMOS

 PRESENTAZIONE DEL NUOVO CENTRO DI ASCOLTO PER IL BENESSERE LAVORATIVO

CONFERENZA STAMPA

GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE ORE 11.30

CENTRO STUDI “CORRADO ROSSITTO”

Via Coroneo, 5 – Trieste

 

Interverranno:

Francesco Riva, consigliere CNEL, in rappresentanza di CIU Unionquadri-Confederazione Italiana di Unione delle professioni intellettuali

Marco Ancora, responsabile nazionale Dipartimento Cultura CIU Unionquadri

Fabio Petracci, presidente Centro studi “Corrado Rossitto”

Luca Cefisi, direttore nazionale UNIPROMOS

Gerarda Urciuoli, responsabile Centro Benessere Lavorativo

 

 

Sono diverse le tipologie di disagio che i lavoratori e le lavoratrici possono incontrare nell’esercizio della loro professione — dal burnout al mobbing, dal di-stress alle molestie sessuali — e che possono generare situazioni di grande sofferenza e spesso infortuni sul lavoro: si tratta di comportamenti che possono essere individuati e prevenuti promuovendo iniziative di conoscenza e di sostegno e una cultura di Ben-Essere nei luoghi di lavoro. È questa la mission del Centro di Ascolto per il benessere lavorativo promosso da Unipromos e Ciu Unionquadri che verrà presentato alla cittadinanza.

CESE – Bruxelles – 22 novembre 2023 – Riunione del Gruppo Libere Professioni – Prof. Maurizio Mensi CIU Unionquadri

 

CESE – Bruxelles – 22 novembre 2023 – Riunione del Gruppo Libere Professioni – Prof. Maurizio Mensi CIU Unionquadri.

CESE: Consigliere CIU Unionquadri Prof. Francesco Riva all’Annual Meeting dei CESE Europei.

Chiusura del lavori a Madrid con il Presidente CESE M.Oliver ROPKE , il Presidente del Consiglio Economico e Sociale Spagnolo M. Anton COSTAS e il Segretario Generale CESE Gianluca BRUNETTI.

ITALIANI. ITALIANI ALL’ESTERO – PRES. CNEL BRUNETTA HA SIGLATO ACCORDO INTERISTITUZIONALI CON IL PRES. CONSIGLIO DI STATO MARUOTTI. L’ACCORDO RIGUARDERA’ ANCHE ATTIVITA’ ITALIANI ALL’ESTERO.

(2023-11-16)

Oggi il presidente del CNEL, Prof. Renato Brunetta ha siglato un accordo con il Presidente del Consiglio di Stato avv. Luigi Maruotti.

L’accordo prevede che le Parti possano individuare di volta in volta aree tematiche di comune interesse per una reciproca collaborazione.
Potranno essere avanzate proposte e definiti programmi operativi anche in riferimento agli accordi interistituzionali sottoscritti dal CNEL con le altre Amministrazioni centrali dello Stato.

In particolare, la collaborazione potrà riguardare attività inerenti: gli italiani residenti all’estero (con riferimento all’accordo interistituzionale tra il CNEL e il Ministero degli Affari Esteri), l’istituendo Osservatorio sul lavoro sportivo (con riferimento all’accordo con il Ministro per lo Sport e i Giovani); la consulenza giuridica in relazione al tema immigrazione e alla valorizzazione dell’Organismo nazionale di coordinamento (ONC) del CNEL (con riferimento all’accordo con il Ministero del Lavoro).

Per il perseguimento degli obiettivi previsti dall’accordo verrà istituita una cabina di regia apposita, che darà riscontro al presidente del Consiglio di Stato e al presidente del CNEL sull’attività svolta.

“Siamo molto soddisfatti nell’annunciare questa collaborazione con il Consiglio di Stato – ha commentato il presidente Brunetta – e voglio esprimere il mio sincero ringraziamento al presidente Maruotti.

L’intesa si inserisce in un percorso volto a far sì che il CNEL rafforzi e amplifichi il suo ruolo di supporto e consulenza per le Amministrazioni dello Stato, ponendosi al centro di una vasta rete di relazioni interistituzionali. È un percorso su cui ci siamo incamminati con grande impegno e in cui crediamo molto. L’accordo con il Consiglio di Stato andrà anche a rafforzare altre importanti intese, come quelle con il Ministro per lo Sport e i Giovani, il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero del Lavoro”. (16/11/2023-ITL/ITNET)

La verifica della retribuzione sufficiente ex art. 36 Costituzione.

La vicenda oggetto della pronuncia n. 27711/2023 della Corte di Cassazione riguarda la conformità ai parametri dell’art. 36 Cost. del trattamento retributivo applicato, dalla sezione Servizi Fiduciari del CCNL per i dipendenti delle imprese di vigilanza privata e servizi fiduciari, pacificamente applicato ai propri dipendenti dalla società datrice di lavoro e che atteneva al suo settore di operatività nonché era stato stipulato da organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello nazionale.

In particolare, il dipendente nel corso del giudizio ha dedotto di svolgere mansioni di operatore fiduciario e di aver lavorato nel periodo indicato nell’ambito del medesimo appalto con differenti e successive imprese appaltatrici per svolgere le medesime mansioni venendo pagato sempre meno per le stesse mansioni svolte, producendo le relative buste paga ed i contratti di assunzione e collettivi.

La Corte di Cassazione ricorda come l’art. 36 Cost., comma 1, garantisce due diritti distinti, che, tuttavia si integrano a vicenda: quello ad una retribuzione “proporzionata” che garantisce ai lavoratori “una ragionevole commisurazione della propria ricompensa alla quantità e alla qualità dell’attività prestata“; mentre quello ad una retribuzione “sufficiente” dà diritto ad “una retribuzione non inferiore agli standards minimi necessari per vivere una vita a misura d’uomo“, ovvero ad “una ricompensa complessiva che non ricada sotto il livello minimo, ritenuto, in un determinato momento storico e nelle concrete condizioni di vita esistenti, necessario ad assicurare al lavoratore ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa“.

In altre parole, l’uno stabilisce “un criterio positivo di carattere generale“, l’altro “un limite negativo, invalicabile in assoluto“.

La Corte quindi ricorda che si deve applicare comunque l’orientamento che pur individuando in prima battuta i parametri della giusta retribuzione nel CCNL non esclude di sottoporli a controllo e di doverli disapplicare allorché l’esito del giudizio di conformità all’art. 36 Cost. si riveli negativo, secondo il motivato giudizio discrezionale del giudice.

Ciò brevemente premesso, vengono affermati in particolare i seguenti principi di diritto:

  1. “Nell’attuazione dell’art. 36 della Costituzione, il giudice, in via preliminare, deve fare riferimento, quali parametri di commisurazione, alla retribuzione stabilita dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria, dalla quale può motivatamente discostarsi, anche ex officio, quando la stessa entri in contrasto con i criteri normativi di proporzionalità e sufficienza della retribuzione dettati dall’art. 36 Cost., anche se il rinvio alla contrattazione collettiva applicabile al caso concreto sia contemplato in una legge, di cui il giudice è tenuto a dare una interpretazione costituzionalmente orientata.
  2. Ai fini della determinazione del giusto salario minimo costituzionale il giudice può servirsi a fini parametrici del trattamento retributivo stabilito in altri contratti collettivi di settori affini o per mansioni analoghe.
  3. Nella opera di verifica della retribuzione minima adeguata ex art. 36 Cost., il giudice, nell’ambito dei propri poteri ex art. 2099 c.c., comma 2, può fare altresì riferimento, all’occorrenza, ad indicatori economici e statistici, anche secondo quanto suggerito dalla Direttiva UE 2022/2041 del 19 ottobre 2022 relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea”.

Trattative aperte per la crisi dello stabilimento di Wärtsilä Italia a Trieste.

Ciu Unionquadri: “Un anno di incertezze. Chiudere la vicenda salvaguardando professionalità”.

Dopo un lungo e tumultuoso anno di indeterminatezza, è ora di tracciare un disegno maggiormente definito per lo stabilimento di Wärtsilä Italia a Trieste, uno dei più grandi produttori di motori diesel di proprietà del gruppo finlandese Wärtsilä. Tali crisi industriale dell’azienda finnica, nata con l’acquisizione della Grandi Motori Trieste nel 1997, ha gettato nell’ombra il futuro di un’importante realtà industriale attiva nel settore navale internazionale e nella produzione di motori per generatori di corrente per centrali elettriche.

Lo stabilimento di Trieste, che attualmente conta circa 1.150 dipendenti, negli ultimi mesi ha attraversato un periodo di grandi incertezze, con la minaccia di esuberi che potrebbero coinvolgere fino a 321 persone. L’azienda ha infatti preso la decisione di delocalizzare la produzione dei motori, riportandola in Finlandia a Vaasa, poiché realizzare motori a Trieste non appare più conveniente dal punto di vista economico.

Tra i clienti di Wärtsilä figura anche un nome di spicco, Fincantieri, il gigante italiano dell’industria navale. La notizia della cessazione dell’attività produttiva nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra ha provocato preoccupazione tra i dipendenti e la comunità locale. Questa sede è stata a lungo una delle più importanti anche in termini di occupazione.

La notizia è stata seguita anche da CIU Unionquadri, la Confederazione sindacale che rappresenta i quadri nel settore privato e pubblico, nonché i ricercatori e i professionisti dipendenti, presente al CNEL e al CESE di Bruxelles. La CIU Unionquadri, in questi mesi, ha approfondito il tema sul territorio anche grazie alla collaborazione di Giorgio Jercog già operatore del settore e grazie all’intervento del segretario regionale dottor Fulvio Carli.

Questa situazione richiede una risposta rapida e strategica, con veri piani industriali da parte delle realtà industriali interessate a subentrare a Wärtsilä. La salvaguardia delle professionalità e della comunità locale rappresenta una priorità, e la ricerca di soluzioni sostenibili e durature è essenziale per garantire un futuro stabile per lo stabilimento di Trieste e per tutti coloro che dipendono da esso, posti di lavoro e famiglie da tutelare” hanno commentato gli organi di CIU Unionquadri.

In questa fase di trattative aperte, resta da vedere quale sarà il destino di questa importante realtà industriale e delle competenze che ospita. La speranza è che tutte le parti coinvolte possano lavorare insieme per trovare una soluzione efficace capace di proteggere i lavoratori e mantenere vivo il patrimonio industriale di Trieste.

Responsabilità amministrativa 231 in caso di interesse dell’Ente alla violazione di norme di sicurezza.

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 39129/2023, si è pronunciata su un caso di condanna per illecito amministrativo relativo all’aver omesso di dotare la porta scorrevole presente all’ingresso del luogo di lavoro di un sistema di sicurezza per impedire la fuoriuscita del cancello dalle guide o comunque di cadere, per colpa consistita in imperizia, negligenza, imprudenza nonché inosservanza delle norme in materia di prevenzione di infortuni sul lavoro, cagionando ad un dipendente lesioni personali gravi, essendo questi rimasto in parte schiacciato dal cancello che cadeva in terra, investendolo.

La difesa della società sosteneva l’insussistenza del requisito dell’interesse o del vantaggio dell’ente alla commissione dell’illecito, in quanto la società in concreto non si sarebbe giovata di alcun risparmio di spesa né di alcun incremento di economico, laddove la spesa per riparare il cancello sarebbe consistita in poche decine di Euro.

In tema di responsabilità amministrativa degli enti derivante da reati colposi di evento, i criteri di imputazione oggettiva, riferiti all’”interesse” o al “vantaggio”, sono alternativi e concorrenti tra loro, in quanto il criterio dell’interesse esprime una valutazione teleologica del reato, apprezzabile ex ante, cioè al momento della commissione del fatto e secondo un metro di giudizio marcatamente soggettivo, mentre quello del vantaggio ha una connotazione essenzialmente oggettiva, come tale valutabile ex post.

Ancora, in tema di responsabilità degli enti derivante da reati colposi di evento in violazione della normativa antinfortunistica, i criteri di imputazione oggettiva rappresentati dall’interesse o dal vantaggio, ricorrono, rispettivamente, il primo, quando l’autore del reato abbia violato la normativa cautelare con il consapevole intento di conseguire un risparmio di spesa per l’ente, indipendentemente dal suo effettivo raggiungimento, e, il secondo, qualora l’autore del reato abbia violato sistematicamente le norme antinfortunistiche, ricavandone oggettivamente un qualche vantaggio per l’ente, sotto forma di risparmio di spesa o di massimizzazione della produzione, indipendentemente dalla volontà di ottenere il vantaggio stesso.

Nel caso oggetto della pronuncia della Cassazione è stato ritenuto sussistente il criterio di imputazione oggettiva rappresentato dall’interesse, evidenziando che l’autore del reato aveva consapevolmente violato la normativa cautelare allo scopo di conseguire un’utilità per l’ente, rimarcando anche che il risparmio di spesa avuto di mira, pur modesto, non era certo irrisorio.