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Intervista pervenuta dal CNEL – Cesare Damiano “Il Governo ripristini subito i voucher e velocizzi l’erogazione dei sussidi”.

27 maggio 15.00/16:30 – Nuovi mercati e nuovi mestieri, le opportunità delle reti ad altissima velocità.

27 maggio 15.00 – 16:30

Nuovi mercati e nuovi mestieri, le opportunità delle reti ad altissima velocità

Quali nuove piattaforme e servizi innovativi è possibile mettere a disposizione di cittadini e imprese? Quali professionalità sono oggi fondamentali per la creazione e gestione di applicazioni 5G?

Le reti di nuova generazione hanno potenzialità enormi sul fronte dei servizi che potranno essere sviluppati e si presenta come volano di crescita per il sistema produttivo. Si apre infatti la strada a una rivoluzione nei flussi operativi in molti ambiti di lavoro ma anche di trasformazione delle esperienze utente che saranno altamente contestualizzate e personalizzate.

Servizi innovativi abilitati dalle reti mobili di quinta generazione: analizziamo le prospettive in settori chiave quali salute, la mobilità, energia, sicurezza e gestione delle emergenze

Trasformazioni nei modelli di business, nuovi approcci ed ecosistemi…. quali professionalità e competenze sono sempre più necessarie per creare e gestire questa nuova fase di digitalizzazione e crescita.

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AGGIORNAMENTO ESITI ACCORDO CON LA REGIONE LAZIO SULLA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA.

Si è tenuta sabato 2 maggio u.s. una nuova riunione tra la Regione Lazio, rappresentata dall’Assessore alle Politiche del Lavoro della Regione, Claudio Di Berardino, e le Parti Sociali, alla quale CIU-Unionquadri partecipa ormai stabilmente in qualità di organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa.

Si è proceduto ad esaminare lo stato di avanzamento delle domande di Cassa integrazione in deroga presentate dalle piccole aziende laziali alla Regione, che si attestano intorno alle 70.000 e si sono analizzate le procedure previste per il pagamento delle retribuzioni dei lavoratori coinvolti che si attestano ad oggi intorno ai 160.000 con una netta prevalenza di lavoratori provenienti dalla Provincia di Roma

Il quadro che è emerso evidenzia come la straordinaria mole di lavoro gestita dalla Regione Lazio corrisponda ad una spesa altrettanto imponente e che l’ammontare del budget garantito dal primo piano di riparto alla stessa Regione pari ad € 144,5 milioni di euro sia bastato a coprire solamente una parte delle richieste. Pertanto, le somme messe a disposizione dal Governo con il secondo piano di riparto saranno già impegnate a copertura della parte restante delle domande ricevute. La spesa finale, per la copertura della prima fase di cassa integrazione si aggirerà dunque intorno ai 300 milioni di euro.

Questi sono dunque i motivi alla base dei ritardi nei pagamenti degli stipendi ai lavoratori: una copertura per ora solo parziale delle spese da affrontare ed un sostanziale rallentamento da parte dell’INPS che è l’ente erogatore delle prestazioni.

È stata inoltre annunciata la sottoscrizione dell’accordo con Poste Italiane per l’anticipazione delle somme di cassa integrazione in favore dei lavoratori; tale accordo si aggiunge a quello già in essere con ABI che però ad oggi non ha dato l’utilità sperata.

Si è quindi assicurata la collaborazione di CIU-Unionquadri con la Regione Lazio per la gestione della fase successiva delle casse integrazioni in deroga considerando anche le previsioni di proroga di questi provvedimenti.

CIU – Unionquadri ha espresso grande soddisfazione per le modalità di funzionamento del tavolo tecnico tra Regione Lazio e Parti Sociali che ritiene un efficace strumento consultivo e di confronto per l‘Assessorato stesso.

DEF2020, DAL CNEL 10 AZIONI PER LA RICOSTRUZIONE.

Tutti hanno compreso che è a rischio il benessere accumulato da generazioni di italiani e che serve una visione di medio termine per assicurare la sostenibilità delle posizioni debitorie, pubbliche e private, e la ripresa di una delle economie più forti del mondo sviluppato. Siamo di fronte a una situazione avversa con dimensioni di catastrofe, imprevedibili, eccezionali, che necessita, per essere affrontata, non solo di mezzi straordinari, ma anche del consenso e della partecipazione piena di tutte le energie del Paese, della piena e convinta solidarietà degli altri Paesi europei, della condivisione strategica delle istituzioni dell’Ue. Per uscire da questo precipizio serve chiarezza negli obiettivi a breve e a medio termine, ma soprattutto il coinvolgimento e il consenso delle parti sociali. Solo il pieno consenso dei cittadini determina la legittimità delle azioni intraprese, che si muovono sul delicato confine della compressione di diritti fondamentali”.

E’ uno dei passaggi dell’audizione sul Def 2020 del presidente del CNEL Tiziano Treu svoltasi oggi davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera.

Il problema principale per impostare la ripresa sarà quello di continuare a garantire la sostenibilità del debito pubblico giunto al massimo storico. Nel 2020 dovrebbe salire del 21% rispetto al 134,8 del PIL del 2019. In aggiunta, l’Italia sarà probabilmente uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia. I settori dei servizi e del turismo sono quelli più in sofferenza e rappresentano una quota molto importante del nostro sistema produttivo e, in quanto caratterizzati prevalentemente da piccole e medie imprese, risultano particolarmente vulnerabili a questo shock”, si legge ancora nella memoria depositata in Parlamento.

Nell’Assemblea del CNEL del 22 aprile scorso le parti sociali hanno condiviso “un documento di proposte che delinea in dieci punti gli interventi indispensabili per riuscire, contemporaneamente, a coniugare il tema del superamento dell’emergenza sanitaria con la messa a punto di una serie di misure volte a preservare la coesione della società e ad evitare la contrazione permanente della capacità produttiva, il crollo dell’occupazione e in definitiva una crisi socioeconomica senza precedenti. Con riferimento alla sanità, occorrono investimenti che rafforzino il sistema sanitario nazionale perché sia in grado di garantire effettivamente i livelli essenziali di assistenza e fronteggiare in futuro eventuali emergenze sanitarie in condizioni di sicurezza e non con decretazioni d’urgenza”.

Il CNEL sottolinea che la difficoltà del momento “necessita di regole certe, semplici da interpretare e comunicate con chiarezza perché l’abbondanza delle informazioni, la moltiplicazione, talvolta anche la sovrapposizione, delle fonti non forniscono certezze agli operatori economici, ai lavoratori e ai cittadini”.

Sul fronte scuola, “Occorre che le attività riprendano al più presto e in sicurezza. È necessario continuare con il processo di digitalizzazione avviato in questo periodo, implementarlo anche al fine di evitare l’aumento della dispersione scolastica”.

Il Governo non deve sottovalutare la centralità della sicurezza sul lavoro come mezzo mediante cui riattivare l’impresa colpita dalle sospensioni imposte. Nel corso del 2020 dovranno essere impiegate risorse economiche significative, almeno pari a quelle del progetto Industria 4.0, per permettere alle imprese di investire in sicurezza sul lavoro, con acquisizione di strumenti e di tecnologia avanzata, godendo di crediti di imposta e agevolazioni varie. La drammatica crisi sanitaria deve costituire un’occasione per ripensare le aree su cui il nostro sistema Paese deve da subito intervenire: ricerca scientifica e tecnologica, fonti energetiche rinnovabili, turismo, logistica, digitale e connettività. La semplificazione dei processi decisionali e dell’azione della PA, la trasparenza e la certezza delle regole appaiono qui il passaggio obbligato per implementare con successo le politiche della ricostruzione e per dar corpo a un ridisegno complessivo dell’architettura del Paese, attraverso un piano sistematico di crescita e sviluppo che riduca le diseguaglianze esistenti e, soprattutto, non ne crei di nuove. Inoltre, una volta superata la fase di emergenza sanitaria occorre ripensare e definire, nel rispetto della Costituzione, i fattori e i motivi che possono limitare i processi ordinari di democrazia e di restrizione della libertà di movimento delle persone”, è scritto nel documento contenente le proposte.

 

Per il CNEL, inoltre, “Completate le misure urgenti, sarà necessario impostare una strategia di rilancio dello sviluppo economico attraverso innovazioni tecnologiche abbinate al Green Deal europeo, che resta la strategia chiave dell’Ue per i prossimi decenni. A livello nazionale, si lavorerà sull’attuazione del Green and Innovation Deal che la legge di bilancio ha finanziato per il triennio 2020-2022. La crescita futura deve partire dall’elaborazione di una strategia di lungo periodo (24-36 mesi) che definisca le linee di sviluppo dell’economia (all’interno della quale si inserisce l’attuazione del Green and Innovation Deal che la legge di bilancio ha finanziato per il triennio 2020-2022) e che orienti le politiche di investimento delle imprese”.  

 

“Insieme alle misure di sostegno al reddito incentrate sulle varie forme di ammortizzatori sociali (CIGO, CIGS, FIS e misure in deroga) e sussidi di disoccupazione (NASPi) sarà, inoltre, necessario prevedere un efficace sistema integrato di politiche attive, al momento inesistenti. Il DEF non ne fa menzione. Nonostante sia previsto un aumento della disoccupazione al 12%, presumibilmente anche più elevata se la ripresa non sarà a “V” come previsto dal FMI ma più probabilmente a “U”, non viene previsto di attuare misure “straordinarie” oltre a quelle ordinarie (che già non funzionano) per il collocamento dei lavoratori alla ricerca di un impiego. La CIG esaurirà nel giro dei prossimi mesi la sua funzione di ammortizzatore e saranno necessari interventi massicci per formare e ricollocare i lavoratori anche con riferimento ai settori tecnologicamente più avanzati”, conclude il CNEL.

Scarica il documento di Osservazioni e proposte del CNEL

Scarica il documento sulle azioni per la ricostruzione del CNEL

Buon 1° maggio.

In questi momenti così drammatici per il mondo del lavoro non è facile esprimere sentimenti di speranza ma seguiamo allora le parole del Presidente Mattarella “Viviamo questa Festa dei Lavoratori con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani”.

CORONAVIRUS, GUALACCINI: PER LA RIPARTENZA SERVE UNA STRATEGIA SULLA MOBILITÀ URBANA

Dal 4 maggio, con l’avvio della fase 2 e l’aumento delle automobili in circolazione e il ricorso alla mobilità alternativa anche a causa delle possibili criticità nei trasporti pubblici locali dovute al distanziamento, occorre varare una strategia sulla mobilità urbana di breve e medio periodo. Accanto al possibile restringimento delle carreggiate urbane per creare una rete di corsie ciclabili, in alcune strade bisognerebbe abbassare il limite della velocità per consentire un uso promiscuo tra automobili e ciclisti e sviluppare e sostenere un sistema di sharing pubblico e incentivi all’acquisto di biciclette elettriche”.

Ad affermarlo è Gian Paolo Gualaccinicoordinatore della Consulta nazionale per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile del CNEL che sta lavorando ad una serie di proposte da sottoporre al Parlamento e al Governo. 

Nel periodo del lockdown si sono ridotti gli spostamenti del 95% ma, nonostante tutto, dall’8 marzo al 20 aprile si sono registrati ben 44 morti su strade e autostrade, secondo gli ultimi dati di Polizia e Carabinieri. E’ un numero di gran lunga inferiore rispetto ai 203 dello stesso periodo dello scorso anno ma che rappresenta comunque un campanello d’allarme sull’urgenza di lavorare alla riforma del codice della strada.

“La Consulta del CNEL di cui fanno parte i principali attori della mobilità italiana, guarda con favore all’incremento dell’uso della bicicletta che comporta, però, un impegno da parte dei Comuni che compensino almeno parzialmente la propensione al maggior ricorso alle automobili private da parte di coloro che prima dell’emergenza utilizzavano i mezzi pubblici” aggiunge Gualaccini.

“Occorre puntare sui giovani per educarli alla cultura di una mobilità attiva ed ecocompatibile, offrendo però gli opportuni strumenti a corredo, come lo stoccaggio delle biciclette sui mezzi pubblici e aree dedicate alla custodia in uffici e istituti scolastici.  La Consulta ritiene poi di approfondire il tema della differenziazione degli orari di apertura degli uffici, delle scuole e dei negozi per decongestionare il sistema del trasporto pubblico negli orari di maggiore affollamento, ritenendo che una ripresa delle attività “in sicurezza” richieda, anche e parallelamente, un ripensamento dei nostri tempi di vita”, conclude il consigliere del CNEL.

Intervista del Dr. Francesco Riva Consigliere del CNEL al Maggior Generale Nicola Sebastiani.

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