Ad ottobre tornano i laboratori teorico-pratici di Fondo Conoscenza, dedicati agli enti accreditati e alle imprese aderenti.
Un ciclo di incontri pensati per affrontare, con taglio pragmatico, metodologie, strumenti e logiche della Formazione Finanziata.
La nuova edizione si apre con una formula ancora più accessibile: online e in presenza così da garantire a tutti la possibilità di partecipare.
Tra i temi in programma:
Progettazione di qualità
Gestione operativa e rendicontazione
Analisi aziendale e quadro logico degli interventi
Sistema di Monitoraggio e valutazione
I calendari saranno pubblicati entro la prima metà di settembre.
LAB: sperimentare la formazione finanziata
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/09/1756216483857.jpg800800zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-09-01 13:21:052025-09-01 13:21:44Ripartono i LAB di Fondo Conoscenza.
La Suprema Corte, sezione V penale, con la pronuncia n. 28613/2025 del 5 agosto 2025 si è espressa sul caso di una dipendente a cui era contestato di aver reiteratamente sottratto banconote dal registratore di cassa e prodotti della farmacia presso cui lavorava.
Le condotte erano accertate mediante l’impianto di videosorveglianza situato all’interno della farmacia; le telecamere erano state installate senza avvertire i dipendenti.
La giurisprudenza di legittimità ritiene lecito l’impiego delle telecamere nascoste, non segnalata da cartelli e installata senza accordo coi sindacati o autorizzazione dell’Ispettorato, se rivolte a controllare uno specifico dipendente nei confronti del quale ci siano già dei validi sospetti di commissione di comportamenti illeciti.
Sono dunque utilizzabili, sia nel processo civile sia in quello penale, le registrazioni video realizzate ad insaputa del dipendente sul luogo di lavoro per proteggere il patrimonio aziendale, messo a rischio da possibili comportamenti infedeli dei lavoratori.
L’impiego delle telecamere nascoste non può essere operato, quindi, né con scopo preventivo né verso soggetti nei confronti dei quali non sussistono sospetti di colpevolezza, e neppure sarebbe possibile fare verifiche a campione.
L’installazione delle telecamere non può dunque servire quale strumento volto al controllo a distanza dei dipendenti, tale da ledere il loro diritto alla riservatezza, bensì deve essere finalizzato a ottenere la conferma dell’attività illecita che il datore di lavoro aveva il sospetto che si compisse all’interno dei locali aziendali e, quindi, per difendere il patrimonio della sua azienda.
Il datore di lavoro, quindi, può ben installare nei locali della propria azienda telecamere per esercitare un controllo a beneficio del patrimonio aziendale, messo a rischio da possibili comportamenti infedeli dei lavoratori, e questo perché le norme dello Statuto dei Lavoratori tutelano sì la riservatezza del dipendente, ma non fanno divieto al tempo stesso di effettuare i cosiddetti controlli difensivi del patrimonio aziendale, e non giustificano pertanto l’esistenza di un divieto probatorio.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/images.jpg275183zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-09-01 13:11:562025-09-01 13:11:56Lecita l’installazione di telecamere nascoste per verificare il fondato sospetto di furti da parte del lavoratore
Con la sentenza n. 118 del 21 luglio 2025, la Corte Costituzionale si è espressa in merito all’indennità prevista dall’articolo 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015 (Jobs Act), là dove stabilisce che, nel caso di licenziamenti illegittimi intimati da un datore di lavoro che non raggiunga i requisiti dimensionali di cui all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (più di quindici lavoratori presso un’unità produttiva o nell’ambito di un Comune e comunque non occupi più di sessanta dipendenti), non potesse essere superato il limite delle sei mensilità di indennità.
Nel dettaglio, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015, limitatamente alle parole “e non può in ogni caso superare il limite di sei mensilità”.
In effetti, la previsione di una misura risarcitoria uniforme, indipendente dalle peculiarità e dalla diversità delle vicende dei licenziamenti intimati dal datore di lavoro, ad avviso della Corte Costituzionale si traduce in un’indebita omologazione di situazioni che possono essere diverse, ponendosi dunque in violazione del principio di eguaglianza.
La predeterminazione dell’indennità risarcitoria deve sempre tendere a rispecchiare la specificità del caso concreto e quindi la vasta gamma di variabili che vedono direttamente implicata la persona del lavoratore. Non può, pertanto, discostarsene in misura apprezzabile, come può avvenire quando viene adottato un meccanismo rigido e uniforme quale quello dell’art. 9 comma 1 d.lgs. n. 23/2015.
Ancora, è stato ritenuto che ciò che confligge espressamente con i principi costituzionali, dando luogo a una tutela monetaria incompatibile con la necessaria “personalizzazione del danno subito dal lavoratore” sia l’imposizione di un tetto, predeterminato e insuperabile anche in presenza di licenziamenti viziati dalle più gravi forme di illegittimità, che dunque comprime eccessivamente l’ammontare dell’indennità.
In ogni caso, è opportuno segnalare che la Corte Costituzionale ha nuovamente rinnovato il proprio auspicio relativamente all’intervento da parte del legislatore sul tema, ribadendo come il criterio del numero dei dipendenti non possa costituire l’esclusivo indice della sostenibilità dei costi connessi ai licenziamenti illegittimi, dovendosi considerare anche altri fattori altrettanto significativi, quali possono essere il fatturato o il totale di bilancio, da tempo indicati come necessari elementi integrativi dalla legislazione europea e anche nazionale.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/images.jpg275183zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-09-01 13:08:492025-09-01 13:08:49Licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: incostituzionale il limite di sei mensilità.
a malattia e ricoveri, ad un colloquio di rientro dal lavoro con il proprio responsabile.
Nel corso del colloquio, il responsabile compilava, con le informazioni fornite dal lavoratore, un apposito modulo predisposto dall’azienda.
Detto modulo veniva poi consegnato all’ufficio risorse umane che valutava, insieme al responsabile e/o al medico competente, eventuali iniziative a tutela della salute del dipendente. Ad avviso dell’azienda, la prassi era volta a garantire l’adempimento dei propri doveri di tutela dell’integrità psicofisica dei lavoratori ai sensi dell’art. 2087 c.c.
Il Garante, all’esito dell’istruttoria, ha tuttavia riscontrato numerose violazioni della normativa in materia di protezione dei dati personali.
In primo luogo, risultava assente un’informativa chiara e trasparente ai dipendenti in merito allo specifico trattamento dei propri dati personali.
Ancora, era accertata altresì l’assenza di un’idonea condizione di liceità, in quanto il trattamento posto in essere è risultato privo di base giuridica in quanto non rientrante nell’attività di sorveglianza sanitaria, attività peraltro di competenza esclusiva del medico competente e non del datore di lavoro.
La società ha inoltre violato anche il principio di minimizzazione dei dati, in quanto alcune delle informazioni previste nel questionario avrebbero già dovuto essere di conoscenza dell’ufficio del personale, con conseguente inutile duplicazione dell’acquisizione di dati.
La datrice di lavoro ha trattato anche dati dei lavoratori non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale e comunque per un periodo di tempo, massimo di 10 anni, evidentemente sproporzionato.
Ne consegue che sottoporre i lavoratori, al rientro da periodi di assenza per malattia, infortunio, ricovero, a un colloquio con il proprio responsabile che redige un modulo specifico contenente anche dati relativi alla salute risulta non conforme alla disciplina di protezione dei dati personali e in particolare in violazione degli artt. 5, par. 1, lett. a), c), e), 6, 9, 13, 88 del GDPR (Reg. UE n.2016/679) e 113 del Codice italiano in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. n.196/2003).
Pertanto, alla società, oltre al divieto dell’ulteriore trattamento dei dati raccolti e conservati attraverso i moduli, è stata comminata la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 50.000,00.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/04/images.jpg275183zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-09-01 13:04:372025-09-01 13:04:38Illegittima la prassi di sottoporre ad un colloquio con compilazione di apposito modulo il dipendente rientrante dalla malattia
Si è ufficialmente insediata presso il CNEL la Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori, dando attuazione alla rivoluzionaria legge 76/2025 che mira a rafforzare il ruolo dei lavoratori nella gestione, nel capitale e negli utili delle imprese italiane. Il nuovo organismo, fortemente voluto dal legislatore per tradurre in concreto il dettato costituzionale dell’art. 46, si propone di tracciare la rotta verso un modello partecipativo in grado di rilanciare la produttività e la sostenibilità del welfare nel contesto delle grandi transizioni in atto.
Un cambio di paradigma affidato al CNEL
“Nel cambio di paradigma – ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro Renato Brunetta – per molti versi rivoluzionario, rappresentato dalla legge sulla partecipazione dei lavoratori, è stato attribuito al CNEL un ruolo chiave, in quanto la legge 76 prevede l’istituzione presso il Consiglio di una Commissione con funzioni interpretative e di indirizzo in materia. Grazie ai decreti attuativi del ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, questo passaggio si è compiuto rapidamente e oggi la Commissione si è insediata a Villa Lubin. Il consigliere Emmanuele Massagli ne è stato eletto presidente, una scelta di cui sono particolarmente felice. A lui e a tutti i membri della Commissione auguro buon lavoro. Dopo 77 anni, si avvia un percorso virtuoso che onora l’articolo 46 della Costituzione e apre una prospettiva di cambiamento epocale, in cui il modello produttivo che abbiamo avuto per due secoli, basato sul rapporto conflittuale tra capitale e lavoro e sul controllo esogeno della produttività, lascia il posto al modello partecipativo, che ci permette di affrontare in modo più efficace le grandi transizioni in atto e di assicurare la sostenibilità del welfare”.
“La Commissione ha dei chiari compiti tecnici – ha affermato il consigliere CNEL Emmanuele Massagli – affidatigli dalla legge 76/2025: monitorare e valorizzare le buone prassi in materia di partecipazione dei lavoratori alla gestione, ai capitali, agli utili e all’organizzazione delle imprese; redigere ogni due anni una relazione sulla partecipazione attiva dei lavoratori sui luoghi di lavoro; sottoporre all’Assemblea del CNEL proposte di miglioramento e manutenzione della legge, derivanti dalla conoscenza delle situazioni reali. Per questo, da subito, ci rivolgiamo alle parti sociali tutte e alle stesse imprese perché ci presentino le pratiche partecipative già in atto, senza remore nel richiederci assistenza tecnica, perché una legge così significativa per la storia delle relazioni industriali possa svolgere appieno tutti i suoi effetti”.
Francesco Riva (CIU-Unionquadri): “Un onore rappresentare i lavoratori, in particolare quadri e middle manager”
“È per me un onore essere componente della Commissione in rappresentanza di CIU-Unionquadri – ha sottolineato il consigliere Francesco Riva -. Buon lavoro a Emmanuele Massagli, eletto presidente all’unanimità. Un atto che ribadisce il ruolo e la centralità del CNEL, rappresentato dal presidente Renato Brunetta. Ritengo che questa Commissione debba esprimere quella pluralità necessaria per garantire che ogni lavoratore – dal dipendente al quadro, dal tecnico al middle manager – possa partecipare attivamente ai nuovi processi di governance e cogliere le opportunità di crescita e valorizzazione professionale che la legge intende promuovere. Si apre una straordinaria stagione di dialogo, nella quale CIU-Unionquadri si impegnerà per dare ascolto e rappresentanza a tutte le istanze del mondo del lavoro intermedio, così cruciale per l’innovazione e la competitività del sistema Italia”.
Gabriella Ancora (presidente CIU-Unionquadri): “Attraverso il consigliere Riva garantiremo la voce di tutti”
«L’ingresso del consigliere Riva nella Commissione nazionale per la partecipazione dei lavoratori è motivo di orgoglio per CIU-Unionquadri – dichiara la presidente Gabriella Ancora – e rappresenta un riconoscimento dell’importanza strategica dei quadri e dei middle manager nel sistema delle imprese. Attraverso il suo contributo, saremo in grado di portare al tavolo della Commissione le istanze peculiari di quell’ampia fascia di lavoratrici e lavoratori che costituiscono il motore dell’innovazione e della continuità aziendale. Il nostro obiettivo è che nessuna voce resti esclusa: i processi partecipativi possono davvero diventare pienamente inclusivi solo se progettati ascoltando tutte le componenti dell’organizzazione. Per questo, insieme al consigliere Riva, CIU-Unionquadri si impegna a rappresentare con determinazione le aspettative e i bisogni dei quadri e dei middle manager, affinché la stagione della partecipazione sia una stagione di vera coesione sociale e progresso».
Le altre parole dalla Commissione
“Vorrei ringraziare il presidente Brunetta per aver aperto i lavori della riunione di insediamento di questa Commissione. Una presenza che fa sempre la differenza. Ritengo, inoltre, che il professor Massagli sia la figura adatta a ricoprire il ruolo di presidente.” (Alberto Marenghi)
“La scelta del presidente è importante per il successo della missione affidata a questa Commissione. Serve una figura che coniughi competenza scientifica, esperienza pratica e visione innovativa. Emmanuele Massagli rappresenta, a nostro avviso, il profilo ideale per guidare questo percorso: riconosciuta autorevolezza negli studi del lavoro e delle relazioni industriali, esperienza consolidata nella ricerca applicata nella formazione, approccio pragmatico che sa tradurre la teoria in soluzioni operative, sensibilità per il dialogo sociale e la mediazione tra le parti. Nell’epoca della quarta rivoluzione industriale abbiamo bisogno di chi sa interpretare i cambiamenti e costruire ponti tra tradizione contrattuale e innovazione partecipativa.” (Gianluca Bianco)
“Confintesa crede fermamente che questa Commissione possa e debba contribuire a ridefinire profondamente le relazioni industriali e le politiche della rappresentanza, superando modelli novecenteschi ormai inadeguati. È tempo di una gestione contrattuale moderna, realmente partecipativa, che riconosca la pluralità sindacale e dia voce ai lavoratori oltre i tradizionali recinti.” (Massimo Visconti)
“Emmanuele ha anche il profilo umano per poter gestire questa Commissione. Io lo conosco da tanti anni e ho avuto modo di apprezzare le cose che ha fatto sotto l’aspetto scientifico per il mondo del lavoro, ma anche sotto il profilo umano. Credo che l’esperienza di qualche collega che oggi è fuori da questa Commissione possa essere in qualche modo recuperata in corso d’opera, perché è evidente a tutti che il successo di questa legge dipende dalla totalità delle parti sociali presenti nel mondo del lavoro.” (Fiovo Bitti)
“Ritengo che la proposta del professor Massagli sia adatta non solo per la competenza, ma anche per l’esperienza e la guida sicura che potrà dare a questa Commissione, con l’obiettivo di generare qualcosa di innovativo che possa avere poi una diffusione nel territorio. Credo che l’obiettivo nostro sia certamente, come la Costituzione ce lo ricorda, di dare consulenza anche al Parlamento e al Governo. Ma, istituendo questa Commissione, sostengo che la finalità sia superiore, perché la volontà di introdurre un modello nuovo diventa un elemento di spartiacque tra quello attuale e quello che potrebbe essere un modello anche diverso.” (Tulio Marcelli)
“A nome di Confartigianato, esprimo la piena condivisione della proposta di Emmanuele Massagli alla presidenza della Commissione. Conosciamo le qualità e le doti del professore.” (Silvano Barbalace)
Una Commissione per il futuro
La Commissione, composta da rappresentanti del CNEL, del Ministero del Lavoro, delle principali organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonché da esperti di diritto del lavoro e organizzazione aziendale, avrà il compito di fornire pareri tecnici su controversie interpretative, proporre misure correttive, favorire la raccolta delle buone prassi ed elaborare una relazione biennale sullo stato della partecipazione nei luoghi di lavoro. Un’avventura corale che promette di ridefinire, dopo quasi 80 anni, il ruolo dei lavoratori nel motore produttivo italiano, con attenzione specifica a tutti, inclusi coloro che, come quadri e middle manager, sono spesso i principali protagonisti del cambiamento.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2021/12/Riva.gif244204zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-08-07 20:54:062025-08-07 21:01:54Al CNEL si insedia la Commissione nazionale per la partecipazione dei lavoratori: svolta storica per il mondo del lavoro italiano.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/08/Documento1_001.png842595zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-08-05 13:17:382025-08-05 13:17:39Assunzioni Scuola - 65mila nuove immissioni in ruolo
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/08/RUOLO-ATA-1_001.png842595zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-08-05 13:12:182025-08-05 13:12:19IMMISSIONI IN RUOLO PERSONALE ATA 2025/2026.
Con il primo Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia, si inaugura una collaborazione strategica tra CNEL e Unioncamere volta ad approfondire il tema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro nel territorio nazionale.
Almeno il 37% dei fabbisogni riguarderà laureati, soprattutto in ambito STEM e diplomati da istituti ad alta specializzazione tecnologica. Quasi la metà dei posti di lavoro stimati saranno occupati da diplomati degli istituti tecnico-professionali.
L’Italia soffre la carenza di competenze specifiche, le imprese fanno fatica a reperire personale e le maggiori criticità riguardano ruoli tecnico – scientifici altamente specializzati.
“Per non restare indietro nella competizione globale – ha dichiarato il Presidente del CNEL, Renato Brunetta – il Paese deve investire in modo deciso nei servizi ad alta intensità di conoscenza e nelle competenze STEM”.
“Serve una svolta strutturale soprattutto sul fronte dell’Istruzione e della formazione, per accrescere competenze scientifiche e tecnologiche”.
Dello stesso avviso anche il Presidente di Unioncamere Andrea Prete: “Il mismatching è una criticità strategica, e va affrontata con il coinvolgimento delle imprese, delle forze sociali, della scuola e del terzo settore”.
Per la Consigliera Marcella Mallen “serve una svolta, una riforma strutturale dell’istruzione tecnica e scientifica, un sistema di orientamento solido e una comunicazione efficace tra mondo della formazione e mondo del lavoro”.
Via libera dal Consiglio dei Ministri al vademecum sulle buone pratiche di cyber hygiene rivolto ai dipendenti pubblici. “In uno scenario caratterizzato da un contesto geopolitico in rapido cambiamento e da uno sviluppo sempre più intenso e massivo delle nuove tecnologie è fondamentale promuovere ambienti digitali sicuri per garantire servizi sempre più efficienti ai nostri utenti, cittadini e imprese”, commenta il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
Negli ultimi anni circa il 20% degli attacchi subiti dall’Italia hanno riguardato le Pubbliche amministrazioni. Nel 2024 si sono verificati 756 eventi cyber ai danni delle istituzioni pubbliche nazionali, in sensibile raddoppio rispetto al 2023. Più del 50% degli eventi cyber sono partiti da errori umani. “Abbiamo la responsabilità di sensibilizzare le nostre persone, in un’ottica di collaborazione, per contrastare e prevenire gli attacchi cyber. E’ evidente che per rafforzare la sicurezza digitale non serve solo avere una struttura digitale avanzata, ma serve definire comportamenti e regole, spingendo verso una cultura della cyber sicurezza”, aggiunge il ministro.
Il Vademecum, approvato dal Consiglio dei ministri, contiene 12 regole semplici e concrete che ogni dipendente pubblico dovrà applicare. Tra queste, le prime indicazioni da seguire sono riferite alle credenziali invitando il personale ad attivare l’autenticazione a più fattori e ad avere password robuste e diverse. Si aggiungono, poi, suggerimenti sull’utilizzo dei sistemi dell’intelligenza artificiale, sui software, sull’utilizzo di reti pubbliche e su una corretta gestione della casella e-mail di lavoro.
Per una diffusione capillare in tutte le amministrazioni, è prevista la pubblicazione del vademecum, oltreché sui siti istituzionali, tra cuiquello dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e del Dipartimento della funzione pubblica, anchesul portale NoiPA, gestito dal MEF e utilizzato dai dipendenti pubblici per la gestione del personale e dei relativi trattamenti economici. Allo stesso tempo, sul portale Syllabus del Dipartimento della funzione pubblica, che eroga corsi di formazione a tutti i dipendenti pubblici, sono previste delle pillole video sul contenuto delle buone pratiche. In arrivo anche uno spot curato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria.
“A tutto questo si aggiunge l’incontro previsto con la comunità di praticadei responsabili delle risorse umane e della formazione che ho istituito con l’obiettivo di condividere idee, soluzioni e progetti per innovare le nostre amministrazioni. Il prossimo incontro sarà dedicato alla cybersicurezza per fare in modo che tutti i dipendenti pubblici siano responsabilizzati su un tema così strategico per la sicurezza delle reti e del Paese”, conclude il ministro.
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2025/07/1753692768191.jpg420800zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-07-29 11:19:492025-07-29 11:21:13Zangrillo: "Con il Vademecum sulla cybersicurezza ambienti digitali sicuri per servizi più efficienti".
Con la sentenza n. 118 del 21 luglio 2025, la Corte Costituzionale si è espressa in merito all’indennità prevista dall’articolo 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015 (Jobs Act), là dove stabilisce che, nel caso di licenziamenti illegittimi intimati da un datore di lavoro che non raggiunga i requisiti dimensionali di cui all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (più di quindici lavoratori presso un’unità produttiva o nell’ambito di un Comune e comunque non occupi più di sessanta dipendenti), non potesse essere superato il limite delle sei mensilità di indennità.
Nel dettaglio, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015, limitatamente alle parole “e non può in ogni caso superare il limite di sei mensilità”.
In effetti, la previsione di una misura risarcitoria uniforme, indipendente dalle peculiarità e dalla diversità delle vicende dei licenziamenti intimati dal datore di lavoro, ad avviso della Corte Costituzionale si traduce in un’indebita omologazione di situazioni che possono essere diverse, ponendosi dunque in violazione del principio di eguaglianza.
La predeterminazione dell’indennità risarcitoria deve sempre tendere a rispecchiare la specificità del caso concreto e quindi la vasta gamma di variabili che vedono direttamente implicata la persona del lavoratore. Non può, pertanto, discostarsene in misura apprezzabile, come può avvenire quando viene adottato un meccanismo rigido e uniforme quale quello dell’art. 9 comma 1 d.lgs. n. 23/2015.
Ancora, è stato ritenuto che ciò che confligge espressamente con i principi costituzionali, dando luogo a una tutela monetaria incompatibile con la necessaria “personalizzazione del danno subito dal lavoratore” sia l’imposizione di un tetto, predeterminato e insuperabile anche in presenza di licenziamenti viziati dalle più gravi forme di illegittimità, che dunque comprime eccessivamente l’ammontare dell’indennità.
In ogni caso, è opportuno segnalare che la Corte Costituzionale ha nuovamente rinnovato il proprio auspicio relativamente all’intervento da parte del legislatore sul tema, ribadendo come il criterio del numero dei dipendenti non possa costituire l’esclusivo indice della sostenibilità dei costi connessi ai licenziamenti illegittimi, dovendosi considerare anche altri fattori altrettanto significativi, quali possono essere il fatturato o il totale di bilancio, da tempo indicati come necessari elementi integrativi dalla legislazione europea e anche nazionale.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
https://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/10/124645.jpg300300zairahttp://www.ciuonline.it/wp-content/uploads/2024/05/Logo-CIU-Ufficiale--300x289.jpgzaira2025-07-25 12:43:502025-07-25 12:43:50Licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: incostituzionale il limite di sei mensilità
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Ripartono i LAB di Fondo Conoscenza.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaAd ottobre tornano i laboratori teorico-pratici di Fondo Conoscenza, dedicati agli enti accreditati e alle imprese aderenti.
Un ciclo di incontri pensati per affrontare, con taglio pragmatico, metodologie, strumenti e logiche della Formazione Finanziata.
La nuova edizione si apre con una formula ancora più accessibile: online e in presenza così da garantire a tutti la possibilità di partecipare.
Tra i temi in programma:
I calendari saranno pubblicati entro la prima metà di settembre.
LAB: sperimentare la formazione finanziata
Lecita l’installazione di telecamere nascoste per verificare il fondato sospetto di furti da parte del lavoratore
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaLa Suprema Corte, sezione V penale, con la pronuncia n. 28613/2025 del 5 agosto 2025 si è espressa sul caso di una dipendente a cui era contestato di aver reiteratamente sottratto banconote dal registratore di cassa e prodotti della farmacia presso cui lavorava.
Le condotte erano accertate mediante l’impianto di videosorveglianza situato all’interno della farmacia; le telecamere erano state installate senza avvertire i dipendenti.
La giurisprudenza di legittimità ritiene lecito l’impiego delle telecamere nascoste, non segnalata da cartelli e installata senza accordo coi sindacati o autorizzazione dell’Ispettorato, se rivolte a controllare uno specifico dipendente nei confronti del quale ci siano già dei validi sospetti di commissione di comportamenti illeciti.
Sono dunque utilizzabili, sia nel processo civile sia in quello penale, le registrazioni video realizzate ad insaputa del dipendente sul luogo di lavoro per proteggere il patrimonio aziendale, messo a rischio da possibili comportamenti infedeli dei lavoratori.
L’impiego delle telecamere nascoste non può essere operato, quindi, né con scopo preventivo né verso soggetti nei confronti dei quali non sussistono sospetti di colpevolezza, e neppure sarebbe possibile fare verifiche a campione.
L’installazione delle telecamere non può dunque servire quale strumento volto al controllo a distanza dei dipendenti, tale da ledere il loro diritto alla riservatezza, bensì deve essere finalizzato a ottenere la conferma dell’attività illecita che il datore di lavoro aveva il sospetto che si compisse all’interno dei locali aziendali e, quindi, per difendere il patrimonio della sua azienda.
Il datore di lavoro, quindi, può ben installare nei locali della propria azienda telecamere per esercitare un controllo a beneficio del patrimonio aziendale, messo a rischio da possibili comportamenti infedeli dei lavoratori, e questo perché le norme dello Statuto dei Lavoratori tutelano sì la riservatezza del dipendente, ma non fanno divieto al tempo stesso di effettuare i cosiddetti controlli difensivi del patrimonio aziendale, e non giustificano pertanto l’esistenza di un divieto probatorio.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
Licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: incostituzionale il limite di sei mensilità.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaCon la sentenza n. 118 del 21 luglio 2025, la Corte Costituzionale si è espressa in merito all’indennità prevista dall’articolo 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015 (Jobs Act), là dove stabilisce che, nel caso di licenziamenti illegittimi intimati da un datore di lavoro che non raggiunga i requisiti dimensionali di cui all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (più di quindici lavoratori presso un’unità produttiva o nell’ambito di un Comune e comunque non occupi più di sessanta dipendenti), non potesse essere superato il limite delle sei mensilità di indennità.
Nel dettaglio, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015, limitatamente alle parole “e non può in ogni caso superare il limite di sei mensilità”.
In effetti, la previsione di una misura risarcitoria uniforme, indipendente dalle peculiarità e dalla diversità delle vicende dei licenziamenti intimati dal datore di lavoro, ad avviso della Corte Costituzionale si traduce in un’indebita omologazione di situazioni che possono essere diverse, ponendosi dunque in violazione del principio di eguaglianza.
La predeterminazione dell’indennità risarcitoria deve sempre tendere a rispecchiare la specificità del caso concreto e quindi la vasta gamma di variabili che vedono direttamente implicata la persona del lavoratore. Non può, pertanto, discostarsene in misura apprezzabile, come può avvenire quando viene adottato un meccanismo rigido e uniforme quale quello dell’art. 9 comma 1 d.lgs. n. 23/2015.
Ancora, è stato ritenuto che ciò che confligge espressamente con i principi costituzionali, dando luogo a una tutela monetaria incompatibile con la necessaria “personalizzazione del danno subito dal lavoratore” sia l’imposizione di un tetto, predeterminato e insuperabile anche in presenza di licenziamenti viziati dalle più gravi forme di illegittimità, che dunque comprime eccessivamente l’ammontare dell’indennità.
In ogni caso, è opportuno segnalare che la Corte Costituzionale ha nuovamente rinnovato il proprio auspicio relativamente all’intervento da parte del legislatore sul tema, ribadendo come il criterio del numero dei dipendenti non possa costituire l’esclusivo indice della sostenibilità dei costi connessi ai licenziamenti illegittimi, dovendosi considerare anche altri fattori altrettanto significativi, quali possono essere il fatturato o il totale di bilancio, da tempo indicati come necessari elementi integrativi dalla legislazione europea e anche nazionale.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
Illegittima la prassi di sottoporre ad un colloquio con compilazione di apposito modulo il dipendente rientrante dalla malattia
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaa malattia e ricoveri, ad un colloquio di rientro dal lavoro con il proprio responsabile.
Nel corso del colloquio, il responsabile compilava, con le informazioni fornite dal lavoratore, un apposito modulo predisposto dall’azienda.
Detto modulo veniva poi consegnato all’ufficio risorse umane che valutava, insieme al responsabile e/o al medico competente, eventuali iniziative a tutela della salute del dipendente. Ad avviso dell’azienda, la prassi era volta a garantire l’adempimento dei propri doveri di tutela dell’integrità psicofisica dei lavoratori ai sensi dell’art. 2087 c.c.
Il Garante, all’esito dell’istruttoria, ha tuttavia riscontrato numerose violazioni della normativa in materia di protezione dei dati personali.
In primo luogo, risultava assente un’informativa chiara e trasparente ai dipendenti in merito allo specifico trattamento dei propri dati personali.
Ancora, era accertata altresì l’assenza di un’idonea condizione di liceità, in quanto il trattamento posto in essere è risultato privo di base giuridica in quanto non rientrante nell’attività di sorveglianza sanitaria, attività peraltro di competenza esclusiva del medico competente e non del datore di lavoro.
La società ha inoltre violato anche il principio di minimizzazione dei dati, in quanto alcune delle informazioni previste nel questionario avrebbero già dovuto essere di conoscenza dell’ufficio del personale, con conseguente inutile duplicazione dell’acquisizione di dati.
La datrice di lavoro ha trattato anche dati dei lavoratori non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale e comunque per un periodo di tempo, massimo di 10 anni, evidentemente sproporzionato.
Ne consegue che sottoporre i lavoratori, al rientro da periodi di assenza per malattia, infortunio, ricovero, a un colloquio con il proprio responsabile che redige un modulo specifico contenente anche dati relativi alla salute risulta non conforme alla disciplina di protezione dei dati personali e in particolare in violazione degli artt. 5, par. 1, lett. a), c), e), 6, 9, 13, 88 del GDPR (Reg. UE n.2016/679) e 113 del Codice italiano in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. n.196/2003).
Pertanto, alla società, oltre al divieto dell’ulteriore trattamento dei dati raccolti e conservati attraverso i moduli, è stata comminata la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 50.000,00.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia
Al CNEL si insedia la Commissione nazionale per la partecipazione dei lavoratori: svolta storica per il mondo del lavoro italiano.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaSi è ufficialmente insediata presso il CNEL la Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori, dando attuazione alla rivoluzionaria legge 76/2025 che mira a rafforzare il ruolo dei lavoratori nella gestione, nel capitale e negli utili delle imprese italiane. Il nuovo organismo, fortemente voluto dal legislatore per tradurre in concreto il dettato costituzionale dell’art. 46, si propone di tracciare la rotta verso un modello partecipativo in grado di rilanciare la produttività e la sostenibilità del welfare nel contesto delle grandi transizioni in atto.
Un cambio di paradigma affidato al CNEL
“Nel cambio di paradigma – ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro Renato Brunetta – per molti versi rivoluzionario, rappresentato dalla legge sulla partecipazione dei lavoratori, è stato attribuito al CNEL un ruolo chiave, in quanto la legge 76 prevede l’istituzione presso il Consiglio di una Commissione con funzioni interpretative e di indirizzo in materia. Grazie ai decreti attuativi del ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, questo passaggio si è compiuto rapidamente e oggi la Commissione si è insediata a Villa Lubin. Il consigliere Emmanuele Massagli ne è stato eletto presidente, una scelta di cui sono particolarmente felice. A lui e a tutti i membri della Commissione auguro buon lavoro. Dopo 77 anni, si avvia un percorso virtuoso che onora l’articolo 46 della Costituzione e apre una prospettiva di cambiamento epocale, in cui il modello produttivo che abbiamo avuto per due secoli, basato sul rapporto conflittuale tra capitale e lavoro e sul controllo esogeno della produttività, lascia il posto al modello partecipativo, che ci permette di affrontare in modo più efficace le grandi transizioni in atto e di assicurare la sostenibilità del welfare”.
“La Commissione ha dei chiari compiti tecnici – ha affermato il consigliere CNEL Emmanuele Massagli – affidatigli dalla legge 76/2025: monitorare e valorizzare le buone prassi in materia di partecipazione dei lavoratori alla gestione, ai capitali, agli utili e all’organizzazione delle imprese; redigere ogni due anni una relazione sulla partecipazione attiva dei lavoratori sui luoghi di lavoro; sottoporre all’Assemblea del CNEL proposte di miglioramento e manutenzione della legge, derivanti dalla conoscenza delle situazioni reali. Per questo, da subito, ci rivolgiamo alle parti sociali tutte e alle stesse imprese perché ci presentino le pratiche partecipative già in atto, senza remore nel richiederci assistenza tecnica, perché una legge così significativa per la storia delle relazioni industriali possa svolgere appieno tutti i suoi effetti”.
Francesco Riva (CIU-Unionquadri): “Un onore rappresentare i lavoratori, in particolare quadri e middle manager”
“È per me un onore essere componente della Commissione in rappresentanza di CIU-Unionquadri – ha sottolineato il consigliere Francesco Riva -. Buon lavoro a Emmanuele Massagli, eletto presidente all’unanimità. Un atto che ribadisce il ruolo e la centralità del CNEL, rappresentato dal presidente Renato Brunetta. Ritengo che questa Commissione debba esprimere quella pluralità necessaria per garantire che ogni lavoratore – dal dipendente al quadro, dal tecnico al middle manager – possa partecipare attivamente ai nuovi processi di governance e cogliere le opportunità di crescita e valorizzazione professionale che la legge intende promuovere. Si apre una straordinaria stagione di dialogo, nella quale CIU-Unionquadri si impegnerà per dare ascolto e rappresentanza a tutte le istanze del mondo del lavoro intermedio, così cruciale per l’innovazione e la competitività del sistema Italia”.
Gabriella Ancora (presidente CIU-Unionquadri): “Attraverso il consigliere Riva garantiremo la voce di tutti”
«L’ingresso del consigliere Riva nella Commissione nazionale per la partecipazione dei lavoratori è motivo di orgoglio per CIU-Unionquadri – dichiara la presidente Gabriella Ancora – e rappresenta un riconoscimento dell’importanza strategica dei quadri e dei middle manager nel sistema delle imprese. Attraverso il suo contributo, saremo in grado di portare al tavolo della Commissione le istanze peculiari di quell’ampia fascia di lavoratrici e lavoratori che costituiscono il motore dell’innovazione e della continuità aziendale. Il nostro obiettivo è che nessuna voce resti esclusa: i processi partecipativi possono davvero diventare pienamente inclusivi solo se progettati ascoltando tutte le componenti dell’organizzazione. Per questo, insieme al consigliere Riva, CIU-Unionquadri si impegna a rappresentare con determinazione le aspettative e i bisogni dei quadri e dei middle manager, affinché la stagione della partecipazione sia una stagione di vera coesione sociale e progresso».
Le altre parole dalla Commissione
“Vorrei ringraziare il presidente Brunetta per aver aperto i lavori della riunione di insediamento di questa Commissione. Una presenza che fa sempre la differenza. Ritengo, inoltre, che il professor Massagli sia la figura adatta a ricoprire il ruolo di presidente.” (Alberto Marenghi)
“La scelta del presidente è importante per il successo della missione affidata a questa Commissione. Serve una figura che coniughi competenza scientifica, esperienza pratica e visione innovativa. Emmanuele Massagli rappresenta, a nostro avviso, il profilo ideale per guidare questo percorso: riconosciuta autorevolezza negli studi del lavoro e delle relazioni industriali, esperienza consolidata nella ricerca applicata nella formazione, approccio pragmatico che sa tradurre la teoria in soluzioni operative, sensibilità per il dialogo sociale e la mediazione tra le parti. Nell’epoca della quarta rivoluzione industriale abbiamo bisogno di chi sa interpretare i cambiamenti e costruire ponti tra tradizione contrattuale e innovazione partecipativa.” (Gianluca Bianco)
“Confintesa crede fermamente che questa Commissione possa e debba contribuire a ridefinire profondamente le relazioni industriali e le politiche della rappresentanza, superando modelli novecenteschi ormai inadeguati. È tempo di una gestione contrattuale moderna, realmente partecipativa, che riconosca la pluralità sindacale e dia voce ai lavoratori oltre i tradizionali recinti.” (Massimo Visconti)
“Emmanuele ha anche il profilo umano per poter gestire questa Commissione. Io lo conosco da tanti anni e ho avuto modo di apprezzare le cose che ha fatto sotto l’aspetto scientifico per il mondo del lavoro, ma anche sotto il profilo umano. Credo che l’esperienza di qualche collega che oggi è fuori da questa Commissione possa essere in qualche modo recuperata in corso d’opera, perché è evidente a tutti che il successo di questa legge dipende dalla totalità delle parti sociali presenti nel mondo del lavoro.” (Fiovo Bitti)
“Ritengo che la proposta del professor Massagli sia adatta non solo per la competenza, ma anche per l’esperienza e la guida sicura che potrà dare a questa Commissione, con l’obiettivo di generare qualcosa di innovativo che possa avere poi una diffusione nel territorio. Credo che l’obiettivo nostro sia certamente, come la Costituzione ce lo ricorda, di dare consulenza anche al Parlamento e al Governo. Ma, istituendo questa Commissione, sostengo che la finalità sia superiore, perché la volontà di introdurre un modello nuovo diventa un elemento di spartiacque tra quello attuale e quello che potrebbe essere un modello anche diverso.” (Tulio Marcelli)
“A nome di Confartigianato, esprimo la piena condivisione della proposta di Emmanuele Massagli alla presidenza della Commissione. Conosciamo le qualità e le doti del professore.” (Silvano Barbalace)
Una Commissione per il futuro
La Commissione, composta da rappresentanti del CNEL, del Ministero del Lavoro, delle principali organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonché da esperti di diritto del lavoro e organizzazione aziendale, avrà il compito di fornire pareri tecnici su controversie interpretative, proporre misure correttive, favorire la raccolta delle buone prassi ed elaborare una relazione biennale sullo stato della partecipazione nei luoghi di lavoro. Un’avventura corale che promette di ridefinire, dopo quasi 80 anni, il ruolo dei lavoratori nel motore produttivo italiano, con attenzione specifica a tutti, inclusi coloro che, come quadri e middle manager, sono spesso i principali protagonisti del cambiamento.
Fonte comunicato CNEL: https://www.cnel.it/Comunicazione-e-Stampa/Notizie/ArtMID/1174/ArticleID/5589/preview/true/INSEDIATA-AL-CNEL-LA-COMMISSIONE-PER-LA-PARTECIPAZIONE-DEI-LAVORATORI
Assunzioni Scuola – 65mila nuove immissioni in ruolo
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaIMMISSIONI IN RUOLO PERSONALE ATA 2025/2026.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaCollaborazione strategica CNEL – Unioncamere
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaCon il primo Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia, si inaugura una collaborazione strategica tra CNEL e Unioncamere volta ad approfondire il tema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro nel territorio nazionale.
Almeno il 37% dei fabbisogni riguarderà laureati, soprattutto in ambito STEM e diplomati da istituti ad alta specializzazione tecnologica. Quasi la metà dei posti di lavoro stimati saranno occupati da diplomati degli istituti tecnico-professionali.
L’Italia soffre la carenza di competenze specifiche, le imprese fanno fatica a reperire personale e le maggiori criticità riguardano ruoli tecnico – scientifici altamente specializzati.
“Per non restare indietro nella competizione globale – ha dichiarato il Presidente del CNEL, Renato Brunetta – il Paese deve investire in modo deciso nei servizi ad alta intensità di conoscenza e nelle competenze STEM”.
“Serve una svolta strutturale soprattutto sul fronte dell’Istruzione e della formazione, per accrescere competenze scientifiche e tecnologiche”.
Dello stesso avviso anche il Presidente di Unioncamere Andrea Prete: “Il mismatching è una criticità strategica, e va affrontata con il coinvolgimento delle imprese, delle forze sociali, della scuola e del terzo settore”.
Per la Consigliera Marcella Mallen “serve una svolta, una riforma strutturale dell’istruzione tecnica e scientifica, un sistema di orientamento solido e una comunicazione efficace tra mondo della formazione e mondo del lavoro”.
Zangrillo: “Con il Vademecum sulla cybersicurezza ambienti digitali sicuri per servizi più efficienti”.
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza /da zairaVia libera dal Consiglio dei Ministri al vademecum sulle buone pratiche di cyber hygiene rivolto ai dipendenti pubblici. “In uno scenario caratterizzato da un contesto geopolitico in rapido cambiamento e da uno sviluppo sempre più intenso e massivo delle nuove tecnologie è fondamentale promuovere ambienti digitali sicuri per garantire servizi sempre più efficienti ai nostri utenti, cittadini e imprese”, commenta il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
Negli ultimi anni circa il 20% degli attacchi subiti dall’Italia hanno riguardato le Pubbliche amministrazioni. Nel 2024 si sono verificati 756 eventi cyber ai danni delle istituzioni pubbliche nazionali, in sensibile raddoppio rispetto al 2023. Più del 50% degli eventi cyber sono partiti da errori umani. “Abbiamo la responsabilità di sensibilizzare le nostre persone, in un’ottica di collaborazione, per contrastare e prevenire gli attacchi cyber. E’ evidente che per rafforzare la sicurezza digitale non serve solo avere una struttura digitale avanzata, ma serve definire comportamenti e regole, spingendo verso una cultura della cyber sicurezza”, aggiunge il ministro.
Il Vademecum, approvato dal Consiglio dei ministri, contiene 12 regole semplici e concrete che ogni dipendente pubblico dovrà applicare. Tra queste, le prime indicazioni da seguire sono riferite alle credenziali invitando il personale ad attivare l’autenticazione a più fattori e ad avere password robuste e diverse. Si aggiungono, poi, suggerimenti sull’utilizzo dei sistemi dell’intelligenza artificiale, sui software, sull’utilizzo di reti pubbliche e su una corretta gestione della casella e-mail di lavoro.
Per una diffusione capillare in tutte le amministrazioni, è prevista la pubblicazione del vademecum, oltreché sui siti istituzionali, tra cui quello dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e del Dipartimento della funzione pubblica, anche sul portale NoiPA, gestito dal MEF e utilizzato dai dipendenti pubblici per la gestione del personale e dei relativi trattamenti economici. Allo stesso tempo, sul portale Syllabus del Dipartimento della funzione pubblica, che eroga corsi di formazione a tutti i dipendenti pubblici, sono previste delle pillole video sul contenuto delle buone pratiche. In arrivo anche uno spot curato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria.
“A tutto questo si aggiunge l’incontro previsto con la comunità di pratica dei responsabili delle risorse umane e della formazione che ho istituito con l’obiettivo di condividere idee, soluzioni e progetti per innovare le nostre amministrazioni. Il prossimo incontro sarà dedicato alla cybersicurezza per fare in modo che tutti i dipendenti pubblici siano responsabilizzati su un tema così strategico per la sicurezza delle reti e del Paese”, conclude il ministro.
Licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: incostituzionale il limite di sei mensilità
/in Comunicati stampa, Documenti, In Evidenza, News /da zairaCon la sentenza n. 118 del 21 luglio 2025, la Corte Costituzionale si è espressa in merito all’indennità prevista dall’articolo 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015 (Jobs Act), là dove stabilisce che, nel caso di licenziamenti illegittimi intimati da un datore di lavoro che non raggiunga i requisiti dimensionali di cui all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (più di quindici lavoratori presso un’unità produttiva o nell’ambito di un Comune e comunque non occupi più di sessanta dipendenti), non potesse essere superato il limite delle sei mensilità di indennità.
Nel dettaglio, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2015, limitatamente alle parole “e non può in ogni caso superare il limite di sei mensilità”.
In effetti, la previsione di una misura risarcitoria uniforme, indipendente dalle peculiarità e dalla diversità delle vicende dei licenziamenti intimati dal datore di lavoro, ad avviso della Corte Costituzionale si traduce in un’indebita omologazione di situazioni che possono essere diverse, ponendosi dunque in violazione del principio di eguaglianza.
La predeterminazione dell’indennità risarcitoria deve sempre tendere a rispecchiare la specificità del caso concreto e quindi la vasta gamma di variabili che vedono direttamente implicata la persona del lavoratore. Non può, pertanto, discostarsene in misura apprezzabile, come può avvenire quando viene adottato un meccanismo rigido e uniforme quale quello dell’art. 9 comma 1 d.lgs. n. 23/2015.
Ancora, è stato ritenuto che ciò che confligge espressamente con i principi costituzionali, dando luogo a una tutela monetaria incompatibile con la necessaria “personalizzazione del danno subito dal lavoratore” sia l’imposizione di un tetto, predeterminato e insuperabile anche in presenza di licenziamenti viziati dalle più gravi forme di illegittimità, che dunque comprime eccessivamente l’ammontare dell’indennità.
In ogni caso, è opportuno segnalare che la Corte Costituzionale ha nuovamente rinnovato il proprio auspicio relativamente all’intervento da parte del legislatore sul tema, ribadendo come il criterio del numero dei dipendenti non possa costituire l’esclusivo indice della sostenibilità dei costi connessi ai licenziamenti illegittimi, dovendosi considerare anche altri fattori altrettanto significativi, quali possono essere il fatturato o il totale di bilancio, da tempo indicati come necessari elementi integrativi dalla legislazione europea e anche nazionale.
avv. Alberto Tarlao
Segretario Regionale CIU Unionquadri
Friuli-Venezia Giulia